Se contro l’Empoli c’era di mezzo un’espulsione a inizio match, se contro l’Inter si può perdere, se contro l’Udinese può esserci l’alibi della botta subita a San Siro. Se si aggiunge la prestazione di questa sera contro il Verona, se si mettono in fila gli indizi, viene fuori la vera Juventus. C’era un sogno comune, quello dello scudetto, c’era la volontà di prendersi una rivincita rispetto a quanto successo nella passata stagione e tutto questo ha fatto sì che la Juve andasse oltre i propri limiti, fino a nasconderli con un velo: spariti, si potevano giusto intravedere, ma sbiaditi. Venuto meno tutto ciò, caduto il velo, la Juventus è sempre la stessa.
 
Incapace di prendere il controllo della partita, di imporre la propria forza anche quando le categorie di differenza ci sono e sono evidenti. Giro palla farraginoso, attaccanti lasciati soli, tanti errori tecnici. La differenza tra le due squadre l’ha fatta proprio la motivazione. Da una parte una compagine smontata e rimontata a gennaio che, però, lotta per non retrocedere. Dall’altra parte, una Juventus che non ha più l’appiglio del sogno scudetto, che cerca qualcosa a cui aggrapparsi per andare oltre le difficoltà ma non lo trova, e scivola. È rimasta solo una cosa: i nervi. La reazione dopo i gol subiti e questo è positivo, ma segna anche un passo indietro, come quando a inizio stagione, ogni volta, la Juventus aveva bisogno di ricevere lo schiaffo per risvegliarsi dal torpore.

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Juventus, l'idea di Massimiliano Allegri sul tridente
 

Una scossa potrebbe arrivare dal cambio modulo, una Juventus più offensiva che possa sfruttare tutto il potenziale che ha davanti. Dopo l’Udinese, dopo questa sera contro il Verona, l’idea di Massimiliano Allegri sembra piuttosto chiara: l’attacco con Chiesa, Vlahovic e Yildiz non è sostenibile. Al Bentegodi, infatti, è durato solo 5 minuti, nemmeno il tempo di riscaldare il motore e inserire la prima: Yildiz fuori per far entrare Alcaraz.
 
Al di là di moduli e interpreti, la grande differenza sembra esserci a livello mentale. Come dicevamo, questa Juventus, senza il sogno scudetto, sembra non avere nulla per cui lottare. Intontita dall’accelerata dell’Inter, è ancora alla ricerca del giusto equilibrio per far sì che l’ultima parte di stagione sia al livello di quella precedente. L’obiettivo per cui lottare però c’è: fare subito i punti necessari, aggiudicarsi il posto nelle prime quattro e poi pensare al futuro. Un futuro che, al di là dei singoli, tra panchina e campo, dovrà essere necessariamente diverso da questo presente.