Di Gregorio Juve, parla l’agente
L’ARRIVO - «Venerdì quando Michele è entrato per la prima volta alla Continassa era felice come un bambino al parco giochi: aveva un sorriso a trentadue denti stampato in volto. Poche volte l’ho visto così raggiante: di solito tende a celare le proprie emozioni. Arrivare alla Juventus è un grande traguardo, che Di Gregorio si è conquistato dopo una lunga gavetta. Nessuno gli ha mai regalato nulla, ha scalato tutte le categorie a suon di parate. È stato un giorno indimenticabile per tutti. Anche per me: portare un giocatore alla Juve all’età di 36 anni non capita a tutti gli agenti…».
GIUNTOLI - «Il direttore l’ha voluto fortemente. Gli ha detto più volte che rivedeva in lui Angelo Peruzzi. Le racconto una cosa… Nel momento in cui trattavamo il passaggio alla Juve Giuntoli ha detto più volte a DiGre che le squadre vincenti si costruiscono dai portieri forti e lui per la sua squadra voleva avere il migliore della Serie A: Di Gregorio, appunto».
LIVERPOOL - «C’era un forte interesse da parte dei Reds, però ci tengo a sottolineare che non è stato un no al Liverpool, bensì il mantenimento della parola data alla Juve. Ci eravamo stretti la mano con Giuntoli già da qualche mese e abbiamo voluto rispettare l’accordo preso. Per un portiere la Juve rappresenta il top come club dove giocare: lo dice la storia».
PUNTI DI FORZA - «La mentalità e la costanza di rendimento. Mi ha sempre colpito di lui il non essersi mai seduto in tutti i passaggi della carriera che ha fatto. Ogni volta trova un limite più alto da superare. Non ha mai la pancia piena. Adesso è arrivato alla Juve per vincere più trofei possibili».
L’ULTIMA CON IL MONZA CONTRO LA JUVE - «Assolutamente si. Quel giorno i tifosi l’hanno accolto molto bene e gli hanno dedicato addirittura una standing ovation; mentre veniva premiato come miglior portiere del campionato: quasi un debutto anticipato».
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