PERCORSO - "Ho iniziato a fare i corsi quando ho smesso di giocare. Prendo il patentino, poi magari mi capiterà l'occasione di fare allenatore. Poi man mano mi è venuta la voglia di saperne di più e poi ho detto: questo sarà il mio lavoro. Mi sono concentrato al 100% e non vedevo l'ora di finire per iniziare. Ho avuto tanti allenatori bravi nella mia carriera, ma ognuno deve fare la sua strada. Io ho il mio modello di gioco, da un po' di tempo. La mia squadra dovrà giocare bene, avere la padronanza del gioco e puntare sempre a vincere. Odiavo tante cose da giocatore e non le farò ora dalla panchina"
SQUADRA - "Fortunatamente conosco i giocatori dell'Under 23. Mi piacev vedere la crescita di questo progetto, li ho seguiti durante questi anni. Sono migliorati, allenandosi con Sarri hanno avuto modo di migliorare, dovrò creare un rapporto quotidiano anche con l'allenatore per avere valutazioni quotidiane per tutti e due, per la sua squadra e per la mia. La prima squadra è una cosa, io sono al di sotto. Lo scudetto è già stato vinto, c'è da guardare alla Champions, partita difficile, vengono da un'inattività di qualche mese, si saranno preparati alla morte. La Juve arriva da tante partite consecutive, un po' di stanchezza è normale che ci sia, credo arriveranno con la forza e la mentalità giusta per arrivare in fondo".
DIRIGENTE - "No, ci ho pensato. A me piace stare sul campo, vivere la partita, essere protagonista. Ho sogni da raggiungere e li voglio raggiungere personalmente non da esterno, il ruolo perfetto è l'allenatore. Era quello che volevo fare".
BRASILIANI - "Li ho seguiti, spero di poterli avere a disposizione, avrò modo di poterli conoscere meglio".
MODULO - "Secondo me non sono fondamentali, in base ai calciatori che hai a disposizione, ce ne possono essere tanti ma è l'occupazione degli spazi la cosa più importante, coi giocatori giusti. Ed avere idee e principi di gioco ben chiari da attuare".
SCINTILLA - "In difficoltà no, magari quando c'erano materie tipo psicologia ed altre che erano lontane dal rettangolo di gioco. La scintilla è scattata quando di notte invece di dormire immaginavo i giocatori in mezzo al campo. Lì ho pensato: devo fare questo".
2006 - “C'era passione e voglia di giocare a calcio. Generazione diversa da quella che c’è adesso, tanti sono diventati allenatori, tantissimi miei ex compagni della Coppa del Mondo. Non so cosa c'era. Eravamo persone perbene che avevano ambizione voglia di gioire, soffrire e passione. La passione è quella che ti fa andare avanti e voglia di raggiungere obiettivi. Se non hai voglia e ambizione devi andare a fare altro".