Dal Como al Verona fino al Genoa passando per il PSV in Champions League, c'è un filo rosso che lega tutte le vittorie della Juventus in stagione e che si è confermato in maniera ancora più lampante contro i rossoblù. I tre goal fatti, certo, ma non solo. Esiste una Juve prima di sbloccare le partite e una dopo essere passata in vantaggio. Un aspetto su cui Thiago Motta dovrà lavorare, perché quando poi quell'episodio non c'è, il rischio è di rivedere tanti Juve-Roma, o Empoli-Juve, se preferite.

I bianconeri a Genova sono passati da essere una squadra lenta, priva di idee e mai pericolosa per tutto il primo tempo a trasformarsi in positivo nel secondo. E la sensazione è che a fare la differenza non sia stato tanto l'intervallo, visto che erano passati pochi secondi dal rigore conquistato. A sbloccare la Juve è stata la fiducia e la tranquillità di essere passati in vantaggio. Da lì in poi si è visto ciò che Thiago si aspetta. Velocità, qualità, intraprendenza. E tutto è stato in discesa.

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Un copione che si ripete per i bianconeri. Sia contro il Como che con il Verona, la partenza non era stata delle migliori, poi arriva la rete ed ecco che cambia tutto. Era andata così anche con il PSV. Da cosa dipende e come fare per vedere la Juve del secondo tempo di oggi anche quando il risultato è in parità e la partita si complica? Queste sono le due domande a cui il tecnico e la squadra dovranno dare una risposta. Sicuramente c'è di mezzo anche l'aspetto mentale. La Juve non ha ancora quella consapevolezza necessaria per fare la voce grossa fin dall'inizio, prima che le cose si mettano nel verso giusto. Il meraviglioso secondo tempo di Genova però non può che aiutare a trovarla. Fiducia, fiducia, fiducia.