La Juventus di Thiago Motta non sta funzionando, ma ha qualcosa in più rispetto a quella di Allegri
di
Marco Amato
Il centrocampo scompare, l’equilibrio non esiste più. C’è un momento, in particolare, della partita tra Juventus e Parma che dimostra come il progetto a tinte bianconere di Thiago Motta stia incontrando delle difficoltà. È il secondo tempo e la squadra è spaccata in due, il pallone corre frenetico da una parte all’altra: davanti si fatica a rendersi pericolosi, dietro si balla e non per festeggiare. Non c’è nulla della Juventus che Thiago Motta vuole vedere: non c’è equilibrio, non c’è la squadra che si muove come un corpo unico, che conclude bene l’azione offensiva per poi non andare in apnea dietro.
È un momento, qualche minuto, ma non è un caso. No, perché qualcosa di simile si è visto anche a San Siro e gli indizi si sommano: qualcosa si è inceppato, qualche difficoltà sta sorgendo. Errori individuali, una rosa ristretta che sembra boccheggiare, gli ostacoli naturali che un progetto tecnico appena avviato può incontrare, errori di valutazione in campo e in panchina: le cause sono molteplici, inutile puntare il dito su un singolo.
In un terreno tecnicamente e tatticamente arido, dove la Juventus di Thiago Motta fatica a sbocciare, trova spazio la malerba della polemica. A gettare i semi chi guarda al passato con nostalgia o chi semplicemente si diverte a vederla crescere per poi raccogliere interazioni social. Il dibattito è sempre, noiosamente, lo stesso: “Se queste cose le avessimo viste con Allegri…”. Le abbiamo viste, le abbiamo criticate ed esattamente lo stesso facciamo con questo nuovo progetto sportivo.
Ma la Juventus di Thiago Motta ha qualcosa in più rispetto a quella di Massimiliano Allegri. Ha, quantomeno, il beneficio del dubbio. Rabbia e frustrazione dopo il pari contro il Parma – soprattutto per chi vive la Juventus in maniera viscerale e non con l’hobby di alimentare dibattiti sterili e poco interessanti -, sono più che legittimi. Bocciare totalmente un progetto a inizio stagione, invece, sarebbe errato. E poi, questa Juve ha ancora tempo. Tempo di crescere, di migliorare, di sbagliare e poi esprimere il meglio di sé.
Quello che ci aspetta è un viaggio sulle montagne russe, tocca allacciare forte le cinture e avere fiducia nella guida. Consapevoli, però, che fiducia e tempo sono beni preziosi e non illimitati.