La seconda parte dell'intervista di Kaio Jorge a Tuttosport (QUI LA PRIMA).

LAVORO IN BRASILE - "Il mio fisioterapista e lo staff della Juventus erano in contatto costante: il lavoro era programmato e coordinato per raggiungere tutti gli obiettivi prefissati, seguendo un percorso preciso. Sono molto attento anche all’alimentazione: mi attengo a una dieta che ho cominciato quando ero infortunato e la sto proseguendo. Così mi sento più leggero, mi sento meglio, anche questo aspetto è importante per il recupero". 
 
AFFETTO DEI TIFOSI - "No, no: ho sempre sentito l’affetto dei tifosi bianconeri, davvero tanto, soprattutto nel periodo più duro. Non posso che dire loro: grazie". 
 
PAROLE DI ALLEGRI - "Lo ringrazio tanto per queste belle parole: da lui ho imparato moltissimo, nei 5 mesi di allenamenti prima dell’infortunio ho acquisito sempre qualcosa, nei movimenti, nel posizionamento. Lui è bravissimo, come allenatore e come persona. Mi aiuta veramente molto". 
 
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DA CHI HA IMPARATO - "Quando sono arrivato a Torino c’era Cristiano Ronaldo: io sono il suo fan numero uno e lui lo sa. Giocare con lui è stato grandioso, ho imparato tanto, mi ha trasmesso delle idee e mi ha dato tanti consigli". 
 
CR7 COME MODELLO - "Beh sì. Ma tutti nella Juve mi hanno dato tanto. Tornando a Cristiano, anche come persona lui è super". 
 
AI MASSIMI LIVELLI CON LA JUVE - "È il mio sogno di quando ero bambino. Ho sempre voluto giocare in una grande squadra in Europa. Racconto questo aneddoto: quando si cominciava a parlare di Juve per me, ma prima che la trattativa fosse conclusa, ho iniziato a studiare l’italiano, volevo farmi trovare pronto. Il mio procuratore mi diceva: “Ma guarda che è presto, siamo ancora all’inizio”. Però io avevo deciso: sapevo che sarei andato alla Juve e volevo partire subito conoscendo la lingua". 
 
IPOTESI PRESTITO - "Io vorrei giocare qui, nella Juve. Ma questo non dipende solo da me: devo parlare con la dirigenza e il mister per capire cosa sarebbe meglio per me, se andare in prestito per giocare un po’ di più o rimanere per imparare ancora. Devo ancora aspettare". 
 
LA FAMIGLIA - "Mia mamma è qui con me ed è stato importantissima durante il percorso di riabilitazione, nei momenti più duri. Mio papà è rimasto in Brasile, però ci sentiamo tutti i giorni. Famiglia e fede in Dio mi hanno aiutato tanto". 
 
TATUAGGI - "Ne ho appena fatto uno, giovedì, dopo i gol allo Stadium: un angelo protettore...".