Giovanni Kean e una famiglia nel mirino dei cori razzisti. Dopo il fratello, ora è toccato al cugino Goh, che gioca nel Catanzaro. E lui, al Corriere di Torino, racconta: "Anche a me in passato è capitato di ricevere questi insulti vergognosi. Io papà? Non so ancora se sarà femmina o maschio, ma è per questo che sono tornato a Torino in questi mesi. Poi a gennaio andrò di nuovo in serie C o in serie D (dall'Eccellenza), sempre restando qui vicino".

PREMIER LEAGUE E MOISE - "È assurdo il fatto che si debba ancora parlare di razzismo nel 2019, davvero faccio fatica a crederlo. Sono stato spesso in Inghilterra per stare con Moise, ma basta seguire una partita in tv per capire come sia avanti anni luce rispetto alla nostra realtà". 

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IL CUGINO GOH - "Ne ho abbastanza di questo schifo. Ma ci rendiamo conto? Parliamo di calcio, ci sono mille modi per insultare una persona, non mi interessa se era uno o dieci o cinquanta. In tanti mi hanno detto di lasciare stare, ma per me chi sbaglia deve pagare. Queste persone non devono più entrare negli stadi. Il razzismo va oltre il calcio, è un tasto che non si deve toccare. Sono nero e ne sono fiero, come sono italiano e ne sono fiero". Il razzismo continua ad espandersi, in modo preoccupante.