CONTINUITA'- "Ho girato tanto, è vero, ora lavoro sodo per trovare una stabilità e la continuità. Ascoltato raramente? Perché le interviste non mi piacciono, mi sta bene non farle".
ARRIVARE TRA I TOP - "Paratici? È una cosa molto positiva, che l’abbia detto... Sono ancora in tempo, non sono uno che guarda troppo avanti. Gente come Salah e Mané ha impiegato un po’ di anni prima di esplodere. Mané ha trentun anni, Salah è diventato Salah a venticinque. Ho avuto la fortuna di giocare con grandi campioni qui a Torino, a Parigi, Liverpool e i campioni aiutano a crescere. Cristiano ad esempio…".
RONALDO - "Ha lavorato per diventare il numero uno, non si è fatto bastare il talento. “Dài, facciamo una partitella, divertiamoci un po’”, diceva. Poi, se non davi tutto, se non sputavi sangue anche in quei pochi minuti, ti riprendeva. Per lui anche il divertimento era un lavoro".
ALLEGRI - "Mi ha sempre trattato da uomo, fin da quando mi seguiva nella Primavera. È stato duro, duro nel senso buono... Da allora molte cose sono cambiate, il percorso da seguire l’ho individuato, mi sto dando da fare".
IL CAMBIO - "Ho uno staff che mi segue. Uno staff personale. Extra Juve? Sì, lavoro con loro anche quando non ho l’allenamento. Quattro persone, un nutrizionista, un preparatore atletico, specialisti che mi aiutano a migliorare, non trascuro più niente. Lavoro molto sul ritmo e per evitare sprechi di energia e qualche errore del passato".
STAGIONE PARTICOLARE - "La sola cosa che conta è restare concentrati sull’obiettivo. Così si evitano altri pensieri, le distrazioni. Noi non stiamo perdendo di vista il campo, ci impegniamo ogni giorno. Il nostro è un bellissimo gruppo".
IL GRUPPO - "Te l’ho detto, è un grande gruppo, stiamo bene insieme. E Danilo? È di un’altra pasta. Segno per Cherubini? Per la Juve e per me".