Giocatorino” è l’etichetta diventata virale, appiccicata suo malgrado sulle spalle di Kenan Yildiz, davanti il numero 10 della Juventus. Ma non è solo questo: il giovane talento turco ha fatto parlare di sé in queste settimane e non in maniera positiva. Un po’ le sue prestazioni, un po’ le aspettative che non possono che essere altissime ed ecco che il dibattito si incendia: la prateria a cui basta un cerino per infiammarsi.
 

Il problema di Yildiz

 
Il problema di Kenan Yildiz non sta tanto nella posizione, anche contro l’Inter ha fatto la differenza partendo da sinistra. Può giocare in mezzo più vicino alla punta? Certo e lo ha già dimostrato. Volendo, potrebbe fare anche il falso nove come più volte Thiago Motta lo ha provato in allenamento. Ma, di nuovo, il problema non è il ruolo.
 
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Come rivelato da Locatelli, il problema sta nella pressione che Yildiz si autoimpone: un ragazzo in missione che, ogni giorno, deve dimostrare di meritare la numero dieci della Juventus, di poter raccogliere alla lontana il testimone del suo idolo Alessandro Del Piero.
 

Yildiz Juve, la cura del gruppo

 
La notizia più bella, oltre la doppietta ovviamente, sta nella risposta del gruppo. Di Gregorio non scende nei dettagli, ma ammette: “Lo coccoliamo”. Ancora Locatelli manda un messaggio bellissimo che racconta il gruppo bianconero: “Sa che se ha bisogno noi ci siamo”. Lo spogliatoio bianconero è per Yildiz un luogo sicuro, un morbido materasso che para gli spigoli di un dibattito che si scatena intorno al classe 2005. Classe 2005. Non è un refuso, tocca ricordarlo.
 

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