Sarri è così geniale?
«Sì, è così. Vede cose che altri non vedono. Ti fa capire quanto nel calcio nulla può e deve essere imprevedibile. E’ uno studioso. Qualsiasi domanda tu gli faccia, lui ha sempre una risposta. Ed è sempre giusta. Ti aiuta a pensare come squadra e non come singolo. Quando è arrivato mi ha detto: se fai come ti dico, diventerai un giocatore importante. E io ci sto provando, ma so che posso ancora migliorare. Con Sarri il calcio è matematica, insomma».
«No, ce li ha fatti vedere della Roma, questa è la differenza. Non sarà un duello tra me e lui, ma tra Roma e Napoli. Se non siamo squadra rischiamo di perdere, al contrario verrà più facile vincere. Io posso anche fermare Dzeko, poi fa gol un altro ed è finita».
Dzeko a Napoli, lo scorso anno, è stato determinante.
«Non perdemmo solo per quello, anche se lui è bomber vero, uno da Pallone d’Oro. Mica uno qualsiasi».
Il Napoli crede allo scudetto?
«Certo, ma non ci deve pensare. Ciò che conta è battere la Roma adesso. L’obiettivo è questo».
Il Napoli è la più forte?
«Non lo so, ma io mi diverto tanto a giocare in questo Napoli. L’esperienza migliore sotto questo aspetto».
«Nainggolan. E’ come me, lotta per novanta minuti, non molla mai. Fa gol. Grande giocatore, completo».
E che pensa di Manolas?
«Molto forte nelle marcature. Collega di tutto rispetto».
Le hanno raccontato cosa vuol dire vincere a Napoli?
«Sì, ma ora voglio viverlo».
Che ne pensa della Roma?
«L’ho sempre vissuta come una grande squadra. Per questo non prevedo una partita facile».
La Juve è più forte?
«Ha una storia diversa, soldi. Compra grandi calciatori. Sarà un bel campionato».
L’Olimpico le ricorda vittorie e ululati razzisti?
«Lo scorso anno: contro la Lazio. L’arbitro Irrati ha interrotto la partita. Si dice sia un problema di cultura. E io come faccio a cambiare la cultura di un paese o di una tifoseria? E’ l’aspetto brutto del calcio e della vita».
«Se sono dieci a fischiare vado avanti, se lo fa uno stadio, no».
In Italia peggio di altri paesi?
«In Francia è tutto diverso, le razze sono mischiate, in Belgio è un razzismo interno, tra i valloni e i fiamminghi. Io ero “neutro” e non mi ha mai detto niente nessuno. Comunque qui non c’è solo razzismo verso chi ha la pelle diversa, c’è anche contro i napoletani, i romani».