"I Giochi Preziosi della Vecchia Signora: i 38 milioni per Rovella dimostrano che il Covid non ha insegnato nulla al calcio italiano". Titola così Il Fatto Quotidiano nel suo approfondimento odierno sul mercato e sulla Juventus, aggiungendo: "Ci risiamo: la solita plusvalenza monstre (e ingiustificata) di gennaio salva il bilancio dei rossoblù, con la Juve che comunque mette a segno un ingresso importante grazie alla ipervalutazione di due ragazzi della Primavera".

Una lunga analisi in cui di Rovella si dice: "Il suo contratto è in scadenza a giugno, da oggi qualsiasi squadra avrebbe potuto ingaggiarlo a parametro zero, invece la Juventus l’ha appena acquistato per una cifra potenziale di 38 milioni di euro. Perché nel pallone italiano una mano lava l’altra. In questo caso specifico, quelle della Juve e del Genoa, protagonisti dell’ennesimo scambio, affare, furbata, scandalo – scegliete voi la parola che preferite – di calciomercato. Ad ogni sessione, la stessa storia: da anni ormai la parolina magica è “plusvalenza”. Così si spiega anche l’affaire Rovella. Il valore, già di per sé spropositato per un ragazzino con una manciata di presenze in A, quasi grottesco visto il contratto in scadenza, ha un senso grazie ai trasferimenti che completano l’operazione. Ora è tutto più chiaro: Juventus e Genoa si sono semplicemente scambiati un favore. I bianconeri hanno salvato per l’ennesima volta Preziosi, che rischiava di perdere a zero uno dei pochi giocatori capitalizzabili, in un momento di grave crisi finanziaria. In cambio, la Juve ha creato dal nulla una plusvalenza di 17 milioni, utilissima per aggiustare il bilancio che piange. Soldi veri ne gireranno pochi, forse nessuno, ma poco importa: ci guadagnano tutti. Come sempre, in questi casi. Non è nemmeno giusto puntare il dito contro Genoa e Juve, Preziosi e Paratici, visto che si tratta di un malcostume davvero generalizzato, in cui più o meno tutti (Inter, Roma, anche club contabilmente più virtuosi come il Napoli) sono scivolati. Certo, la Juve ha la capacità di spostare l’asticella sempre più in alto, senza più nemmeno il pudore di provare a rendere un minimo decorose queste operazioni di maquillage finanziario".