Massimiliano Allegri lo aveva detto: con dei giovani che stanno facendo tanto bene, chi rientrerà dovrà correre parecchio per scalare nuovamente le gerarchie. La stoccata del tecnico livornese era indirizzata, tra gli altri, a Weston McKennie. Il centrocampista statunitense è stato tra i più impiegati nella prima parte di stagione – un insostituibile per Allegri -, senza mai convincere fino in fondo. Tanta corsa, ma troppo spesso a vuoto e un contributo – sia in quantità che in qualità -, insufficiente.
 
La posizione della Juventus, nelle ultime sessioni di mercato, è sempre stata abbastanza chiara: di fronte ad un’offerta ritenuta conveniente e corretta, la dirigenza non alzerà le barricate per trattenere lo statunitense. Ancora di più oggi che la Juve ha scoperto nei giovani dei giocatori affidabili, soprattutto in Fagioli un calciatore solido, su cui puntare, capace di dare qualità e continuità alla mediana bianconera. In mezzo a tutto questo, la vetrina Mondiale. Uno di quegli eventi che trasforma il mercato e le valutazioni dei calciatori; in un certo senso, in casa Juve “tifano” USA e in un exploit proprio di McKennie, un modo per far lievitare il valore del cartellino, in attesa dell’offerta giusta recapitata dalle parti della Continassa. Oggi più che mai, sul mercato Wes è uno dei sacrificabili.