Corsi e ricorsi storici. Perché non è vero che certi treni passano solo una volta: ogni tanto, si ripropongono con insistenza nelle stesse stazioni. L'importante è esserci, magari prenderli al volo. E chissà cosa sta passando per la testa di Sinisa Mihajlovic: un percorso lunghissimo in panchina, un destino che ha riscritto lottando e soffrendo - eccome - pur di arrivare all'obiettivo. Con il Bologna ha guadagnato una salvezza tutto sommato tranquilla, ora si gode già il fatto di essere nella rosa dei contendenti alla panchina bianconera

QUEL RETROSCENA - Ecco, non è la prima volta che Sinisa si avvicina così tanto alla guida tecnica della Juventus. Era capitato nel 2014, quando Agnelli l'aveva scelto per il post Conte, dopo aver annusato già a fine campionato la voglia del tecnico di lasciare i bianconeri. Qualche mese prima, per l'esattezza il 14 novembre del 2013, la Samp aveva ufficializzato il suo ingaggio. Edoardo Garrone aveva ricevuto poco dopo una chiamata di Andrea Agnelli: "Credimi Edoardo, hai preso un grande allenatore, io lo stimo molto Mihajlovic, ti salverai di sicuro con lui". E Sinisa ci riuscì, pure alla grande, salvo 'annusare' a sua volta la possibilità di approdare in bianconero. A metà aprile, il tecnico serbo viene ricevuto nella residenza di Agnelli alla Mandria. Ci sono Marotta, Paratici e Nedved, oltre chiaramente all'agente dell'allenatore. A giugno Juve e Conte si sarebbero separati consensualmente, gli dicono. E Sinisa quasi non ci crede, trovando in poco tempo l'accordo con la Juventus. Alla fine? Conte decide di restare, la dirigenza ne prende atto e... qualche mese dopo, era libero solo Allegri.