La cosa che ciascun giornalista dovrebbe sempre evitare è quella di "fare le pulci" ad altri colleghi. L’esercizio della professione di giornalista, esattamente come tutte le altre, comporta talvolta scivoloni ed errori. Quindi molto meglio sorvolare perché, prima o poi, capita a tutti di sbagliare. Ciò che hanno combinato, però, i colleghi del quotidiano “Il Roma” non è un errore ma un vero e proprio orrore da brividi e da disgusto.
Francamente non volevo credere ai miei occhi quando ho letto il titolo dell’editoriale relativo alla rubrica “Pillole” redatta da Clemente Hengeller.“La Juve a Genova è caduta come il ponte”. Inammissibile. Inaccettabile. Accostare, anche soltanto timidamente o in maniera allusiva, il risultato di un evento calcistico a una fra le più grandi e gravi tragedie che hanno colpito non soltanto una città, ma l’Italia intera sarebbe già stato di per sé un fatto grave. Mettere a confronto la Juventus con il ponte Morandi non è soltanto vergognoso, ma orribile.
Naturalmente non sono esenti da colpe neppure coloro i quali, prima che il giornale venga dato alle stampe, hanno l’obbligo di controllare il prodotto e di rimediare sul filo di lana a possibili e fatali errori. Il placet, poi, lo deve dare il direttore. Ma forse l’altra sera Pasquale Clemente era in ferie. Da segnalare che il “Il Roma” non è un foglio da quattro soldi e chi ci lavora dovrebbe comunque ricordare che per questa testata scrissero cavalli di razza come Pirandello e Longanesi.