Destino scritto per Mario Balotelli. Anche nella sua Brescia l'attaccante ha floppato e il presidente Cellino è furioso con l'attaccante. Una storia fatta di messaggi social non graditi al club (ricordate quello contro la Juve?), allenamenti ai quali non si è presentato e quella lettera di licenziamento già pronta, per la quale la società sta aspettando una risposta dal collegio arbitrale. 

GIOVANE PROMESSA - Altro giro altro fallimento per Balotelli. SuperMario: sì, una volta. Oggi semplicemente un attaccante che tra un mese compirà 30 anni e fa parlare di sé più per quello che fa fuori dal campo che per le sue giocate. Scuola? Inter. Un caso? Forse, eppure chi è uscito dalle giovanili della Juve non si è mai ritrovato in queste situazioni. E' passata una vita da quando era una giovane promessa dell'Inter e segnava gol a raffica tra un sorriso e l'altro. Poi la prima squadra e una carriera in ascesa. Etichettato da tutti come la prossima stella del calcio italiano. Ma ad eclissarsi ci ha messo un attimo. 

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IL GESTO DELLA MAGLIA - E' il 20 aprile 2010 quando alla fine di una partita di Champions risponde ai fischi dei tifosi togliendosi la maglia e buttandola per terra lasciandola lì mentre usciva dal campo. Il modo suo per far capire il suo disappunto. Eccessivo, magari. "Una cosa molto brutta" l'aveva definita Mourinho. I tifosi e i suoi ex compagni non gliela perdoneranno mai. Eppure c'è qualcuno che gliel'ha permesso. Gliel'hanno fatto fare. E se fosse cresciuto nella Juve? Forse prima di tirare la maglia bianconera ci avrebbe pensato due volte. E magari, alla fine, non l'avrebbe fatto. Lui come altri. Perché non c'è nessun precedente. 

IL CASO KEAN - Quando si arriva a Torino non si scherza. Moise Kean è genio e sgregolatezza: in campo ha numeri da campione, ma quando non gioca spesso è protagonista di comportamenti oltre le righe (chissà se è un caso il fatto che si ispira proprio a Balotelli). Risultato? La Juve l'ha spedito in Inghilterra, all'Everton, con qualcuno che ha storto anche il naso per aver fatto partire uno dei migliori classe 2000 in circolazione. Pazienza, perché in bianconero la disciplina viene prima del talento. Per informazioni chiedere anche a Martin Caceres e - soprattutto - Arturo Vidal: scaricati per la loro vita extra campo giudicata dalla società non idonea per un giocatore della Juve. 

AVEVA RAGIONE CHIELLINI - Giorgio Chiellini era stato sommerso di critiche quando aveva definito Balotelli "una persona negativa", ma alla fine i fatti stanno dimostrando che aveva ragione il capitano della Juve e nella sua autobiografia non aveva scritto nulla di così clamoroso e così lontano dalla verità. Il difensore è stato abituato a un altro comportamento e sa come ci si comporta alla Juve. A Torino le regole sono ferree, vanno rispettate per filo e per segno. E Mario Balotelli, se fosse cresciuto in bianconero, magari sarebbe diventato un campione. Ma per davvero.