Continua la sintesi proposta da
Calciomercato.com in merito al contenuto della chiavetta consegnata da Luciano Moggi, ex dirigente della Juventus, ad Andrea Agnelli dopo lo scoppio dello scandalo plusvalenze: il tema è Calciopoli. Ecco il quarto capitolo, relativo al famoso episodio di Reggio Calabria:
Reggina-Juve 2-1 del 6.11.2004, Moggi accusato di aver chiuso negli spogliatoi l'arbitro Paparesta e il guardalinee Copelli perché insoddisfatto del loro operato. "Moggi ebbe un diverbio abbastanza accesso nello spogliatoio, perché conosceva grazie ai racconti di amici mantovani i comportamenti del guardalinee Cristiano Copelli, legato all'addetto agli arbitri del Milan Meani, sia dentro che fuori dal campo; comportamenti che poi sono affiorati poco tempo fa in un’indagine ai danni dello stesso Copelli per truffa aggravata nei confronti dello Stato con i gratta e vinci".
"Sarebbe stato opportuno che il PM Narducci si fosse interessato dei comportamenti di Copelli, anziché affermare che Moggi avesse posto in essere un “sequestro di persona”. Questa - si legge - era una battuta fatta dal dirigente, più riferita all’assistente Copelli che aveva fatto annullare un gol valido e non aveva fatto concedere all’arbitro Paparesta un rigore sacrosanto a favore della Juve. Copelli ripeteva lo stesso “errore” a settembre nella partita di Super Coppa Juve-Inter ove veniva annullato un gol valido di Trezeguet e la Juve perdeva la Super Coppa. Narducci prendeva soltanto le dichiarazioni di Moggi “abbastanza arrabbiate” e le trasformava in sequestro di persona".
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Magari Moggi avesse sequestrato Copelli: forse gli avrebbe impedito di porre in essere la truffa a danni dello Stato. A riprova che Moggi avesse fatto la battuta vi sono le dichiarazioni di Paparesta e di Foti (Presidente della Reggina), dichiarazioni di cui teneva conto il Tribunale di Reggio Calabria che assolveva Moggi in quanto mai si era verificato il sequestro dell’ arbitro e dei guardalinee".
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