Segnali di Juventus all’orizzonte. La sagoma della nave bianconera si lascia intravedere mentre esce dalle nebbie nelle quali pareva essere imprigionata. Ha cambiato rotta e forse anche velocità di crociera. La ciurma, finalmente, ha aperto bene le orecchie per ascoltare la voce del capitano che, dietro il timone, si sgolava per fornire le giuste indicazioni.

Il lavoro nel quale si è trovato coinvolto Massimiliano Allegri al suo ritorno non era affatto semplice. La squadra che ritrovava dopo due anni di gestione piuttosto strampalata era ben diversa da quella che aveva lasciato soprattutto sotto il profilo mentale. Un gruppo di “belle fighe” convinte che il successo spettava loro di diritto per casta o per benevolenza degli dei. L’effetto Cristiano Ronaldo, lui con la sua inclinazione al narcisismo più sfrenato, aveva contagiato tutti. Un virus che resisteva anche dopo la “fuga” del portoghese.

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Allegri, dunque, più che dalla sistemazione tattica è stato costretto a partire da quel punto per tentare di far tornare con i piedi per terra i suoi giocatori provvedendo ad un lavaggio mentale e comportamentale radicale e profondo. Un’operazione complessa che richiede tempo e gradualità perché occorre agire singolarmente avendo ciascuno il proprio carattere e quoziente intellettivo. Nel frattempo c’era anche da pensare alle questioni pratiche per non compromettere l’intera stagione.

Emblematica e indicativa l’ultima uscita di Allegri il quale, prima della gara contro il Cagliari, si era detto preoccupato perché alcuni dei suoi ragazzi sembravano pensare più alle vacanze di Natale e ai regali che non alla partita. Una raccomandazione che è stata raccolta e metabolizzata dai bianconeri i quali, senza strafare, hanno comunque risposto come si aspettava il loro allenatore. Segno che il lavoro di pulizia mentale per il necessario ritrovamento dell’umiltà sta producendo i suoi frutti.

Il portabandiera di questo cambiamento in corsa è sicuramente Bernardeschi. Il ragazzo di Carrara che, come il dio Pan sembrava avere due facce. Quella sorridente e spregiudicata che mostrava con la maglia della nazionale, quella timida e ansiosa con addosso la divisa della Juventus. Ebbene ieri sera Bernardeschi ha dimostrato di aver svoltato e, soprattutto, di aver capito che per essere e potersi definire veramente grandi occorre sapersi anche sporcare le mani.