"A venticinque anni dall’ultimo successo e dopo nove scudetti consecutivi, forse è arrivato il momento di chiederselo: la Juventus deve concentrarsi solo sulla Champions League? La risposta arriverà abbastanza presto, perché il 6 e il 17 gennaio la squadra di Pirlo sfiderà a San Siro prima il Milan e poi l’Inter: in quelle occasioni, si capirà meglio se il nuovo progetto bianconero di un «calcio europeo» faticherà a trovare sbocco in campionato". Inizia così l'analisi del Corriere della Sera, che racconta come il nuovo corso bianconero possa essere molto diverso dal recente passato. 

E prosegue: "L’esperienza di Pirlo giocatore in questo senso è abbastanza significativa: tre finali di Champions giocate con il Milan fra il 2003 (contro la Juve) e il 2007 (una sconfitta e una vittoria contro il Liverpool) e due soli scudetti coi rossoneri (2004, 2011) in dieci anni. Le due vittorie europee coincidono con due campionati vissuti molto distanti dalla vetta. Solo nella stagione della finale persa, la squadra di Ancelotti aveva tenuto il passo al secondo posto in classifica".

Capello: 'Ibra uno dei più grandi, nulla da invidiare a Ronaldo...'
Poi chiosa: "Un altro fattore è Ronaldo, arrivato a Torino dopo aver vinto cinque Champions (tre consecutive), Cristiano con la Juve è uscito ai quarti con l’Ajax e agli ottavi con il Lione, due fallimenti contro avversarie di seconda fascia. Eppure in due anni CR7 ha conquistato lo stesso numero di campionati in Italia (due) di quanti ne avessi vinti in Spagna in nove tentativi. Questo per dire che la doppietta scudetto-Champions è difficilissima e non a caso il grande Real di Ronaldo e Zidane ci è riuscito solo nel 2017: ed era dal 1958 che le merengues non facevano l’impresa. La Juve quindi dovrà stare a contatto con la vetta il più possibile, superare il Porto e poi fare la conta degli uomini, delle energie e anche delle motivazioni e degli introiti economici che solo l’Europa porta con sé.".