E’ tempo di chiamarci a raccolta. Appassionati e quasi feroci. Tutti insieme. Ma proprio tutti, per un appuntamento che non potrà avere repliche. Ce la possono fare i giocatori bianconeri. Ce la devono fare. Superare l’ultimo ostacolo per poi lanciarsi nella grande avventura del girone finale di Champions, in Portogallo. Poi sarà quel che dovrà essere e magari potrebbe andare in replica il maestoso spettacolo azzurro del 1982 quando l’ “Italietta” di Vigo firmata da Bearzot e Maldini zittì il resto del mondo contro ogni pronostico.

Ma in Portogallo ci dobbiamo arrivare. Ci possiamo arrivare, liquidando la pratica di quel Lione che non è un gigante eppure un poco inquieta. Occorrerà usare ogni tipo di armi. Anche quella segreta. E la Juventus la possiede perché si trova nelle mani del suo popolo bianconero. Un’arma micidiale per gli avversari, ma bisogna saperla usare nel modo corretto. Leggere bene le istruzioni per l’uso prima di metterla in pratica. Può apparire un’impresa impossibile. Invece sarà semplice se azionata dal cuore.

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E’ tempo di mettere da parte ogni tipo di perplessità, di malumori, di diffidenze e di negatività assortite. E’ tempo di compattarsi sino a formare un unico elemento capace di trasmettere energia positiva. Quella forza quasi paranormale che talvolta è in grado di cambiare anche le regole più solide. Ecco che nella fase del distanziamento obbligato è possibile egualmente fare gruppo e, idealmente, ritrovarsi tutti quanti nelle tribune dell’Allianz con un solo grido da fare uscire dai polmoni: Juve, che la forza sia con te. La forza di una squadra alimentata dalla forza della sua gente. Anche la parte più critica che, per una notte, dovrà lasciare ogni tipo di cattivi pensieri.

Come fare? Semplice. Diceva il principe Amleto all’amico Orazio: “Ci sono più cose in cielo e in terra di quante tu ne posso sognare nella tua filosofia”. Ebbene, una di queste cose è certamente l’energia cosmica che ciascuno di noi possiede dentro sé stesso e che una volta liberata può mutare il percorso dello stesso destino. Naturalmente per fare un modo che ciò accada è indispensabile che l’energia emanata a distanza sia totale. Un tifo da remoto, insomma, che coinvolga tutti e per ciascuno del novanta minuti della partita. Dalle nostre cucine, salotti o camere da letto un solo mantra intensamente pensato e universamente bianconero. Lo percepiranno i giocatori di Sarri in campo, anche se non lo potranno sentire fisicamente. Ma sarà anche quella forza che esploderà nell’aria del cielo sopra lo stadio apparentemente deserto a spingerci verso Lisbona.