Scritto, sottolineato, cerchiato. Il nome di Bryan Cristante è uno di quelli più in voga dalle parti di Torino, sponda bianconera, quando si parla di mercato. Giovane, forte, italiano, con tanta personalità, ma soprattutto con mezzi importanti, sia a livello tecnico che fisico. L'Italia giorno dopo giorno riscopre Cristante, volato in Portogallo troppo presto, dopo che il Milan ha ceduto ai 6 milioni offerti dal Benfica. L'Atalanta ha creduto in lui, Gian Piero Gasperini l'ha voluto fortemente dopo la partenza di Gagliardini, e ha avuto ragione. 

Un brevissimo periodo di adattamento, poi l'esplosione: con quello di ieri sera al Benevento, decisivo per i 3 punti dei nerazzurri, fanno 11 gol nel 2017, il suo anno d'oro. E' capitato sotto le mani esperte del maestro ex Genoa, che lo ha inserito nella "Generazione dorata" bergamasca e che a fine stagione, se non prima, dovrà con tutta probabilità salutarlo. Sì, le grandi, Juve su tutte, sono su di lui, ormai da qualche tempo. 

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Progressione, scatto, forza, buoni piedi, ma soprattutto tanta fiducia. E' un centrocampista moderno, uno di quelli che attacca lo spazio, calciare dalla distanza e all'occorrenza gestire il pallone. L'Atalanta vola sulle sue giovani spalle, lui si è ripreso un mondo (quello della Serie A) che gli spetta di diritto e che troppo in fretta ha rischiato di abbandonare. Ora non vuole fermarsi, ora lo cercano tutti.