Una Juve europea. L'idea di Andrea Pirlo è chiara, così come i punti su cui intervenire, a partire dalla difesa. Perché il gioco di qualità e una mentalità propositiva interessano, ma la fase di non possesso è cruciale, lo è sempre stata nella storia del campionato italiano e delle squasdre italiane. E anche in questi nove anni di successi della Juve, fatta eccezione per l'ultima fase, sotto la gestione di Sarri post lockdown, nella quale i bianconeri hanno tenuto una media gol subiti da zona retrocessione e per la prima volta hanno conquistato lo scudetto senza essere la miglior difesa. I vecchi principi vanno ritrovati. 

Ecco perché Pirlo, in accordo con i dirigenti bianconeri, sta cercando di completare il proprio staff con una figura specializzata nella cura di quei movimenti: Roberto Baronio sarà il suo vice, Paolo Bertelli il responsabile dei preparatori atletici, Antonio Gagliardi il collaboratore tecnico, e ora? La prima idea è stata quella di riprendere Andrea Barzagli, che si sta godendo qualche mese sabbatico, come professore della difesa, ma l’ex centrale ha risposto “no, grazie”, per continuare il suo anno in famiglia. Ecco allora l'altra idea, approvata dal reparto e spiegata da Tuttosport: Angelo Gregucci, già collaboratore di Roberto Mancini al Manchester City, all’Inter, allo Zenit e nell’Italia, ora allenatore dell'Alessandria. E poi Aurelio Andreazzoli, esonerato dal Genoa ma ancora sotto contratto, ma le valutazioni non sono finite. Pirlo vuole uno specialista, il casting continua.