Non solo gli arresti domiciliari, ma anche l’esclusione dalla guida della Juventus. Questa la richiesta della Procura di Torino per Andrea Agnelli, presidente bianconero, nell’ambito dell’inchiesta Prisma: “misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, per la durata di 12 mesi”. Richiesta respinta dal Gip, richiesta che era stata inoltrata anche per Pavel Nedved, Stefano Cerrato, Stefano Bertola e Giovanni Marco Re.
 
I GIOCATORI – Questa mattina è Libero a riportare la posizione dei calciatori in merito all’inchiesta Prisma e la loro convocazione in Procura: “I giocatori della Juventus non si sarebbero trincerati dietro al silenzio, ma avrebbero risposto alle domande dei magistrati, confermando la tesi dell’accusa, riguardo a stipendi e accordi”.
 
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LE MOTIVAZIONI DEL GIP -La Stampa, invece, riporta le motivazioni del Gip che hanno negato gli arresti domiciliari. “Non si rinvengono attuali e concrete esigenze cautelari per emettere le misure richieste dalla pubblica accusa, nè misure meno afflittive. Tutti gli indagati e l’ente sono a piena conoscenza dell’indagine nei loro confronti e la discovery pressoché totale delle contestazioni a loro mosse fa sì che, già di per se, i pericoli di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio siano difficilmente ipotizzabili. «la società in questione è una delle più importanti in ambito calcistico nazionale e internazionale, quotata in borsa e quindi ragionevolmente molto attenta alle conseguenze di indagini a suo carico anche solo per ragioni di opportunità e di presenza sul mercato azionario. Gli stessi indagati hanno già di fatto interrotto l’utilizzo di tale metodologia (sulle plusvalenze ndr) e il riscontro è che si è passati dai 126 milioni del bilancio 2019 ai 29 milioni del 2021”. Dubbi sul “dolo richiesto dalla legge”: “giacché, se fosse vero che i medesimi criteri di contabilizzazione adottati dalla Juve sono quelli utilizzati da tutte le società calcistiche, allora la società non avrebbe fatto altro che fare uso di criteri contabili adottati nell’intero settore dei calciatori”. Sulla manovra stipendi: “certamente illecite in termini di indizi ma sono legate a un periodo storico (quello della pandemia) non più attuale”. Sulle richieste di sequestri, rigettate: “Non vi sono pericoli di dispersione o alienazione dei beni considerati i recentissimi e consistenti aumenti di capitale dimostrazione della solidità di fatto della società”.