I due volti di una notte che già aveva contorni piuttosto particolari per Thiago Motta. Di fronte la Juventus, la squadra che lo avrebbe scelto per programmare il futuro, per ricostruire una squadra ora priva di Massimiliano Allegri alla guida. Ecco, proprio quell'Allegri che questa sera avrebbe preso parte con lui a un altrettanto curioso racconto tra presente e futuro, ma che da venerdì scorso non è più l'allenatore della Prima Squadra, come noto, e quindi se l'è evitato.

La serata dell'italo-brasiliano, però, resta comunque tutta da raccontare, anche perché non accade spesso. Se saluterà Bologna lo farà dopo aver raggiunto la Champions League, dopo la festa del Dall'Ara, iniziata ben prima del fischio d'inizio e che proseguirà a lungo, e con una partita, comunque da ricordare.


La reazione di Thiago Motta ai gol del Bologna


Bologna, Saputo a DAZN: 'In settimana incontro Motta. Parliamo di tutto per continuare'
Per 71' il suo Bologna è stato semplicemente perfetto. Sempre corto, sempre alto, mai in difficoltà. I gol subito, le tante occasioni, ma più di tutto la sensazione di un dominio costante e di una Juventus annichilita al suo cospetto. E, infatti, dopo 91 secondi è già avanti, dopo 11' ha raddoppiato e ad inizio ripresa ecco il tris. Dimostrazione assoluta di forza e di un percorso che racconta il volto migliore di un Bologna arrivato in Champions League non certo per caso. Bello da veder giocare e forte, come lo sono i suoi interpreti, Calafiori su tutti.

E lui non può che sorriderne a bordo campo, dove abbracci e felicità si sprecano. Poi arrivano i cambi, poi arriva la rilassatezza di una squadra che stacca per pensare già alla festa pronta per il dopo partita. E tutto cambia. La miccia dell'orgoglio la riaccende Chiesa, poi i lampi e la qualità della Juventus fanno il resto. Alla fine è 3-3, con i bianconeri che sfiorano anche un ancor più clamoroso sorpasso, che però non arriva.

Il Bologna si tiene anche il terzo posto, apre a una serata di festa. E Thiago Motta, a tratti impassibile, a tratti un po' sconcertato dalla rimonta, non ha perso il sorriso. Anzi. Sa che questi 20' sono nulla in confronto al percorso fatto, quello sì storico, indimenticabile, che sessant'anni dopo ha regalato un sogno a una città intera. E allora, anche per lui, scatta la festa in quelle che potrebbero essere le sue ultime immagini bolognesi. E tutto scivola via così, tra un Cremonini che sotto la pioggia è puro romanticismo e un "Caro Amico" di Lucio Dalla, che oggi suona più forte che mai, accompagnato dai fuochi d'artificio e dalle voci, oggi, impossibili da spegnere. Giustamente.