Lo avevamo scritto ironizzando oggi, immaginandoci come scritto dal nostro 'Gobbo' delle dichiarazioni di lamentela preventiva da parte del presidente De Laurentiis. Che poi si è espresso, utilizzando a mo' di marionette prima il ds Giuntoli e poi capitan Reina, in modo che potessero recitare a memoria un copione che non ammetteva alcun cambio di programma: nessuna risposta ad ogni eventuale domanda, nessuna intenzione di lasciarsi trascinare dagli occhi ben serrati su uno spartito carico di alibi. E di odio. L'ironia è stata sorpassata ad ampie falcate dalla realtà. Sì, la vergogna c'è stata stasera. Tutta nelle parole di chi ha rappresentato il Napoli ai microfoni Rai. Così si esagera. Lamentarsi e piangere va bene, d'altronde mica è facile perdere e riperdere, quando giochi bene e quando giochi male. No, non è facile affrontare un momento storico di dominio assoluto e incontrovertibile della Juve. Ma tutto questo è pericoloso.


Pioli ha segnato la strada, ci si lamenta e si invoca allo scandalo senza poi voler guardare le immagini: troppo rischioso, troppo facile essere smentiti. Il Napoli su quella strada si trovava già. Ed è andato ben oltre. Senza entrare nel merito di una moviola che avrebbe dovuto vedere un rigore per la Juve già assegnato nel primo tempo, con il primo segnato da Dybala netto ed il secondo aperto a varie interpretazioni ma a termini di regolamento ineccepibile o quasi. Quello presunto su Albiol, in altri momenti, nemmeno avrebbe subito spazio nella moviola. Eppure si sputa odio, si fomenta un clima pericolosamente violento e che di tutto questo non avrebbe bisogno. Già a Napoli non si aspettava altro, bastava aggirarsi in sala stampa per accorgersi di colleghi tifosi che proprio non hanno lucidità od onestà per arrendersi all'evidenza. Anzi la ribaltano e la ribalteranno, proprio come fatto da Giuntoli e Reina. Ma ognuno è responsabile di quello che dice, che scrive, che pensa. Però fermiamo la macchina, fermiamola ora: la Juve dovrà andare due volte a giocare a Napoli, in un clima che si annuncia rovente con minacce tra il faceto ed il preoccupantemente serio già dal passaggio avvelenato di Gonzalo Higuain alla Juve. Una bugia alla volta, la verità rischia di essere stravolta. Pericolosamente. Lo scriviamo ora: la vergogna c'è stata, tutta Italia l'ha vista in tv. Dopo la partita. Che amarezza. Ma anche, che paura.