Una gestione sfrontata e arrogante. Un Libro Nero che ha cambiato drasticamente anche la percezione del lavoro fatto dalla Juventus. Quella sì di Andrea Agnelli, ma gestita in maniera particolarissima dall'ex capo dell'area sportiva, Fabio Paratici. Il racconto è di Federico Cherubini, prima braccio destro e poi erede di quella posizione: viene fuori un talent scout incredibile, ma allo stesso tempo uno "squalo della finanza" calcistica. Ha gonfiato valutazioni di mercato. Ha esagerato in ogni sua mossa. E' stato - racconta La Stampa - "sedotto dal potere fino a confonderlo con l'onnipotenza". 

NON SI POTEVA RAGIONARE - Lo stesso Cherubini aveva scritto di un utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali. Del recupero bilancio - o comunque del piano per ottenerlo - a dir poco disastroso. La generazione di calciatori era stata distrutta, c'erano stati acquisti con poco senso. E dal punto di vista personale, stravaganze da romanzo: su tutti, gli orari non rispettati e le riunioni da podologo o in sauna. "Una sindrome da re", impossibile da frenare. Racconta il ds bianconero: "Con Fabio non si poteva ragionare. Finché c’è stato Marotta gli metteva un freno. Quando è andato via ha avuto carta libera. Io gliel’ho detto più volte: qui stiamo esagerando. Cioè è una modalità lecita ma hai spinto troppo. E lui rispondeva: a noi non importa. O fai 4 o fai 10, nessuno ti può dire nulla". 

Cherubini durissimo su Paratici: 'Ha buttato tutto alle ortiche, tutto a rischio'
DAI RACCONTI - Alla fine, qualcosina gli è stato detto. Più di qualcosina. Lo stesso atteggiamento era stato notificato da Bonucci - "cosa può succedere per due stipendi?" -, così come al dg del Pisa, Corrado, al quale aveva raccontato il modus operandi sul mercato già adottato con Genoa, Sassuolo e non solo. In più, va aggiunta la questione Suarez - nessuno strascico giudiziario, ma la controprova di come volesse tutto e subito - e ovviamente il maxi affare Ronaldo. Marotta, "bravo a frenarlo", aveva avanzato qualche dubbio; Paratici era il visionario che avanzava. Verso il sole. E fino a bruciarsi. "Ci siamo allargati troppo", diceva Agnelli a Elkann. L'ha fatto soprattutto l'attuale direttore del Tottenham.