José Martin Caceres Silva arriva alla Juventus una prima volta nel 2009, in prestito dallo straordinario Barcellona di Guardiola, con cui aveva appena vinto il Triplete. A 22 anni questo ragazzo muscoloso di Montevideo si mette subito al servizio della traballante banda Ferrara, che sarà poi sostituito da Zaccheroni in un’annata sportivamente drammatica: settimo posto, fuori ai quarti di finale di Coppa Italia, ai gironi di Champions e agli ottavi di Europa League. A fine stagione la dirigenza bianconera decide di non investire i 12 milioni di euro previsti per il diritto di riscatto di Caceres, che torna così al Camp Nou: ma è solo questione di tempo, prima che la Juve lo richiami a sé.

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GOL PESANTI E INFORTUNI - In una stagione e mezza con la maglia del Siviglia, dal 2010 al gennaio 2012, Caceres diventa un perno della difesa biancorossa. Ma con la sorprendente Juve di Conte campione d’inverno, il desiderio di fare la differenza con la Signora torna: l’uruguaiano torna in prestito a Torino, stavolta con un obbligo di riscatto previsto nel caso in cui la squadra si qualifichi fra le prime sei posizioni del campionato. La Juve vincerà lo scudetto, il primo dei cinque di un ciclo storico: alla fine Caceres collezionerà 110 presenze e 7 gol, alcuni di questi dal peso specifico incredibile (si pensi a quello contro l’Inter il 25 marzo 2012, ma anche quello contro il Napoli il 20 ottobre dello stesso anno, entrambe marcature dell’1-0). Peccato che i continui infortuni ne riducano nettamente le apparizioni in campo: da ultimo, la lacerazione del tendine d’achille segna il canto del cigno di Caceres alla Juve. Lascerà i bianconeri con la gloria del pentacampione sulla propria pelle. Impossibile dimenticare El Pelado: il fondamentale, sfortunato Pelado