Vittorio Cecchi Gori, presidente della Fiorentina dal 1993 al 2002, nel giorno di Fiorentina-Juve, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Questa gara per me sarà sempre particolare perché mio padre e mia madre si sono conosciuti proprio durante un Fiorentina-Juventus. Erano due tifosi accaniti! Sono figlio di due genitori viola dalla testa ai piedi. E siamo rimasti tali anche quando nel ’52 ci siamo trasferiti a Roma".

BAGGIO ALLA JUVE - "Facemmo di tutto per bloccare la trattativa, ma non c’era più niente da fare. Ormai era un giocatore della Juve".

RIVALITA' CON LA JUVE - "Io ho sempre detto che vale tre punti come tutte le altre partite. Non c’è motivo per questo campanilismo esagerato. Quello che conta alla fine è che la Fiorentina vinca qualcosa, non che vinca contro la Juve. Ricordo che una volta invitai al Franchi Boniperti, entrammo a braccetto. È chiaro che poi in quei 90 minuti non ci si parlava e si lottava alla morte, ma sempre con lo spirito giusto. Non mi piace quando le cose vanno oltre. Per fortuna durante la mia presidenza non c’è stato mai un problema di ordine pubblico, anche se gli arbitri certe volte...".

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IL RETROSCENA SUL PADRE  - "La pensava più o meno come me. Anche se l’unica volta che l’ho visto fare a botte allo stadio è stata proprio durante un Fiorentina-Juve. Non era ancora presidente, era semplicemente un tifoso, e se la prese con uno juventino che lo fece arrabbiare parecchio".

VLAHOVIC E CHIESA ALLA JUVE - "Sapete che cosa succede? Firenze i suoi giocatori se li cova. Per questo penso che soprattutto Chiesa dovesse senza dubbio restare in viola. Sarebbe migliorato anno dopo anno con la giusta serenità. Detto questo non è che la Fiorentina dopo abbia trovato attaccanti più forti di quei due lì. Di fatto siamo senza centravanti".