Pochi mesi per cambiare il futuro. Nella prima parte di stagione Adrien Rabiot era considerato un esubero, qualcuno lo definiva 'una plusvalenza in movimento'; c'era chi storceva il naso per l'ingaggio del centrocampista e avrebbe voluto vederlo altrove già a gennaio. La Juve però ha creduto fino in fondo sul talento del centrocampista così come l'ha fatto Sarri, che ha spiegato più volte che doveva solo recuperare la condizione ottimale dopo un anno fermo al Psg.

QUANDO TROVA IL LIONE - Lui, Rabiot, non si è mai perso d'animo. Sapeva che sarebbe arrivato il suo momento e venerdì sera contro il Lione sarà uno dei protagonisti della partita più importante della stagione della Juve. Da escluso a titolare, ha ribaltato il suo destino scalando gerarchie all'interno della rosa: partita dopo partita ha convinto Sarri ha preferirlo più volte a Matuidi e Ramsey. E probabilmente sarà così anche nel ritorno degli ottavi di Champions, perché dall'altra parte c'è la squadra alla quale Rabiot ha segnato di più in carriera: 3 reti (come al Tolosa), per un bilancio di 7 vittorie e 5 sconfitte in 10 precedenti.

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LA RINASCITA - Un talismano che Sarri si è coccolato in questi mesi aspettando il momento giusto per (ri)lanciarlo. 'Cavallo Pazzo' lo chiamavano da ragazzo, oggi è un centrocampista di livello internazionale che a 25 anni ha la possibilità di esplodere definitivamente in uno dei club più grandi al mondo. Bastava aspettarlo, un po' di pazienza per dargli il tempo di ambientarsi. Ci ha messo più tempo degli altri, ha preso critiche e insulti continuando sempre a lavorare a testa bassa. Il francese è quel centrocampista d'inserimento che può riempire l'aria proprio chiede l'allenatore. Ancelotti lo voleva all'Everton dopo averlo lanciato al Psg, la Juve non ci ha pensato nemmeno un attimo e ora quella 'plusvalenza in movimento' è diventato un titolare a tutti gli effetti. E contro il Lione può essere l'arma in più di Sarri.