Ripetersi e migliorarsi. Questo il dogma della Juventus, fino a quel 1º novembre del 1897 in cui venne fondato il club destinato a diventare il più blasonato d’Italia. Stasera, a Lisbona contro lo Sporting, i bianconeri avranno l’occasione per avvicinare un altro passaggio del turno in Champions League. Nonostante le scorie di Cardiff, seconda finale in tre anni, e l’esordio shock contro il Barcellona, la Signora è sempre lì. E se - citando le parole del presidente Agnelli alla recente assemblea degli azionisti - “l’obiettivo è sempre quello di piazzarsi almeno ai quarti di finale”, la sfida portoghese rappresenta il primo step fondamentale della stagione bianconera.

SFIDA D'ORO - L’importanza del match di questa sera è, prima di tutto, economica. Come ricordato dall’edizione odierna de Il Giornale, oltre ai 12,7 milioni derivanti dall’accesso alla fase a girone (più il bonus di 1,5 milioni per ogni vittoria e il mezzo milione per il pareggio), arriveranno altri 6 dal passaggio agli ottavi di finale, a cui si aggiungeranno eventualmente altri 6,5 in caso di approdo ai quarti e 7,5 per le semifinali. Alzare la Coppa dalle Grandi Orecchie e interrompere un incubo lungo 22 anni varrà 15,5 milioni, mentre la medaglia d’argento ne vale 11. La Juve ha già beneficiato del record degli incassi dalla scorsa edizione della Champions League (109 milioni), ma l’asticella dopo la sconfitta contro il Real Madrid si è alzata ulteriormente. Senza dimenticare che - con la potenziale qualificazione di Roma e Napoli - quest’anno gli introiti diminuiranno inevitabilmente: un ulteriore motivo, agli occhi di capitan Buffon e compagni ma soprattutto della dirigenza, per avanzare il più possibile. Domenica, contro il Benevento, la Juve festeggerà “in casa” i 120 anni di storia: ma il regalo, la squadra di Max Allegri, lo vuole fare stasera.