"Locatelli? Me lo porterei ovunque". Roberto De Zerbi non ha dubbi, quando si tratta del centrocampista lecchese. Lui, del resto, lo conosce bene, sia come giocatore che come uomo, avendolo avuto con sè per tutto il periodo di permanenza sulla panchina del Sassuolo, lì dove Manuel si è consacrato fino ad attirare su di sè i riflettori della Juve, la squadra che ha sempre tifato insieme a tutta la sua famiglia. La giornata di oggi non è casuale per il classe 1998: era infatti il 18 agosto 2021, due anni fa esatti, quando, dopo una trattativa di calciomercato estenuante, veniva ufficialmente annunciato come nuovo giocatore della Vecchia Signora, coronando - come ha voluto ricordare lui stesso sui social - uno dei sogni che coltivava fin da bambino, conquistato dopo la trafila nelle giovanili del Milan, che poi lo ha fatto esordire in Serie A, e l'esperienza, appunto, tra le file del Sassuolo.

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NON SEMPRE CONVINCENTE - Eppure alla Juve non è stato tutto rose e fiori per lui, anzi. E non di certo per una questione di minutaggio, che al di là di tutto non gli è mai mancato, quanto piuttosto per il suo rendimento, che non sempre è stato all'altezza delle aspettative (nonostante, tra le altre cose, un Europeo vinto da protagonista con la Nazionale Italiana) nè dell'investimento fatto dal club, che per lui è andato complessivamente ben oltre i 30 milioni di euro. Il motivo - per quanto sia difficile dirlo con matematica certezza - può essere forse riconducibile a un equivoco tattico. Lo scorso anno, per esempio, anche a causa dell'infortunio di Paul Pogba che ha sconvolto i piani della squadra, Locatelli ha svariato tra il ruolo di mediano nel centrocampo a tre e quello di centrale nella linea a quattro, senza mai riuscire a trovare una collocazione precisa in un reparto che, escludendo l'intoccabile Adrien Rabiot, ha spesso e volentieri avuto interpreti variabili, in un equilibrio a volte precario.

AL CENTRO - Qualcuno parla addirittura di netta involuzione. Di certo con Massimiliano Allegri Manuel non è particolarmente cresciuto, non riuscendo a proseguire il trend positivo avviato sotto la guida di De Zerbi, che non a caso ha più volte incensato non esitando a dire che gli ha cambiato la vita. Eppure anche il tecnico livornese lo ha sempre considerato al centro del suo progetto (e lo dimostra il suo largo impiego, 3.637 minuti nella stagione appena passata e 3.051 in quella precedente), rivolgendogli anche parole al miele in più occasioni: "Di cuore, di testa sta diventando un esempio per tutti", ha detto nel febbraio scorso dopo la conquista della semifinale di Coppa Italia, per poi rimarcare poche settimane dopo: "Ha il DNA del giocatore della Juve, ha grandi qualità non soltanto tecniche, ma anche morali. Voglio fargli i complimenti". 

SI GUARDA AVANTI - Mai in discussione insomma (o quasi, perché c'è anche da dire che senza l'infortunio di Pogba Manuel avrebbe rischiato seriamente di passare da titolare a riserva). Intanto, dopo due anni con poche gioie e nessun trofeo vinto, Locatelli è pronto a iniziare una nuova stagione, ancora con i tanto amati colori bianconeri addosso. Il vento cambierà?