PRIMI ANNI - "Sì, c’è stato un momento in cui ho capito che avrei potuto farcela: ero in Primavera al Milan, la mia seconda stagione, c’era Brocchi in panchina e nonostante fossi sotto età mi diede la fascia di vicecapitano. Stavo veramente bene, mi sentivo in forma, venivo ogni tanto convocato per gli allenamenti con la prima squadra e mi dicevo “Dai Manuel che ce la facciamo!”. Ho cambiato molto l’atteggiamento, soprattutto negli allenamenti. Negli anni prima non ero riuscito a far mia totalmente la cultura del lavoro: qualche stiramento di troppo e non sempre al 100% concentrato. Poi sono stato fortunato, nel Milan, a fine stagione, con Brocchi in panchina in prima squadra ho esordito in A. Non avevo un idolo di riferimento ma un sogno solo: diventare un giocatore di Serie A e della Juve".
GAP GENERAZIONALE CON I GIOVANI - "Assolutamente sì. Io mi ricordo che la prima volta che sono andato ad allenarmi con la prima squadra di Allegri del Milan, avevo 16-17 anni, c’erano Kakà, Robinho e c’era più nonnismo. Ora siamo più tranquilli. L’importante è che non venga mai meno il rispetto. E’ giusto mettere il piede in allenamento, rispettando le regole. Però ora è diverso. Noi più grandi dobbiamo pretendere da loro ma in un certo range".
NUOVI COMPITI - "In questo momento abbiamo più possesso, lo dicono i dati, per cui tocco più palloni. E’ un modo di giocare diverso di cui sono felice".
POCHE OCCASIONI CON NAPOLI E ROMA - "Con il Napoli abbiamo fatto meglio che con la Roma. La squadra di Conte si è chiusa. Poi ne abbiamo parlato: avremmo dovuto cercare di essere più verticali ed entrare più nell’area avversaria. Ma è normale, abbiamo appena iniziato un nuovo percorso".
NUOVI ARRIVATI - "Sono tutti forti, per cui non posso dire che uno emerge rispetto agli altri. Però c’è un aspetto che voglio sottolineare: tutti i nuovi mi hanno impressionato perché sono davvero dei bravi ragazzi. Da loro lo spirito di voler essere migliori".
ALLENAMENTI DIVERSI - "E’ una metodologia diversa, lavoriamo di più sull’alta intensità. Comunque alla fine qui conta una cosa sola: vincere".
LIPSIA IN CHAMPIONS - "Sono una bella squadra che vuole tenere il palleggio con tanti giovani interessanti. Però noi dobbiamo pensare alla nostra partita: noi non dobbiamo fare tanti calcoli, in molti siamo giovani con poca esperienza in Champions e quindi dobbiamo viverla anche con la spensieratezza. Non è solo tensione. Serve l’atteggiamento avuto con il Psv".
Segue…