Il calcio è un gioco di gruppo per il quale le qualità di un singolo elemento dovrebbe rappresentare un valore aggiunto ma non determinante. Questa perlomeno è la tesi fondamentale sulla quale si basa il credo di ciascun allenatore il quale, a parole, è tenuto difendere l’onorabilità dell’intera sua squadra senza distinzioni di sorta. Una teoria certamente molto democratica che, però, mostra tutta la sua fragilità quando si tratta di dover fare i conti con una realtà differente dalla teoria. 

Ne ha dovuto prendere atto Massimiliano Allegri a Bergamo dove la sua Juventus dei record ha rischiato di sbattere e di farsi male contro l’Atalanta di Gasperini la quale, pur essendo una squadra di grandissimo rispetto per carattere e per intensità agonistica, rappresenta ciò che è la “normalità” del nostro campionato rispetto a quel che invece viene accreditato alla squadra bianconera con la definizione di extraterrestre.

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Ebbene, nel giorno in cui il tecnico bianconero ha deciso, concordandolo con lo stesso interessato, di far rifiatare Cristiano Ronaldo e di farlo accomodare sulla panchina è venuta a galla una verità probabilmente non graditissima al popolo juventino, ma egualmente incontrovertibile. Senza Ronaldo la Juventus rischia di essere una squadra magari non identica a tutte le altre, ma abbastanza simile ad alcune di loro. Quello di Bergamo è certamente un campo “difficile” ma nessuno, visto il procedere con passo cadenzato e inarrestabile dall’inizio del campionato, avrebbe potuto presagire che dopo il primo tempo e uno scorcio del secondo la Juventus potesse trovarsi sotto di due gol e costretta a giocare con un uomo in meno. Preso atto della malaparata ad Allegri non è restato altro da fare se non gettare nella mischia l’uomo che, teoricamente, avrebbe potuto riposare senza che la squadra avesse a subire conseguenze nefaste.

A giochi fatti e a pareggio conseguito è impossibile dire se la Juventus sarebbe riuscita egualmente a raddrizzare almeno in parte la gara come ha fatto senza l’ingresso in campo di Ronaldo. La controprova non esiste, ma il rischio che ciò non accadesse era davvero serio. E’ invece stato stabilito, non soltanto per il gol con il quale la Juventus ha pareggiato i conti, che la squadra bianconera non può permettersi il lusso di rinunciare neppure occasionalmente al giocatore sostanzialmente più efficace e rappresentativo. I compagni di Ronaldo, tutti, avevano la grande occasione per dimostrare che anche senza il valore aggiunto dell’extraterrestre al loro fianco erano in grado di ribadire l’imbattibilità tremendista di una squadra. Evidentemente le cose non stanno a questo modo.

Del resto, al di là di ciascuna dichiarazione diplomatica per la serie è il gruppo ciò che conta, la storia del calcio dimostra quanto importante sia la presenza in campo (sia come sostegno tecnico ma anche sotto il profilo del carisma) dell’uomo in più. Tanto per citare un certo passato, il Napoli di Maradona non sarebbe stato ”quel Napoli” senza Diego e la Juventus di Platini non sarebbe stata “quella Juventus” senza Michel. Non si tratta di essere “dipendenti” da un singolo, ma soltanto realisti e ammettere che soltanto determinati campioni riescono a fare la differenza, Sicchè, seppure nel pieno rispetto è professionale di tutti gli altri giocatori bianconeri, è proprio il caso di dire “lunga vita a Ronaldo” con la maglia della Juventus, In Italia e in Europa.