Siamo giunti alla vigilia dell'ultima sfida prima delle vacanze natalizie, con la Juve che andrà a fare visita al Frosinone al Benito Stirpe, che si preannuncia tutto esaurito. Non sarà una gara scontata per i bianconeri, che avranno davanti una squadra consapevole delle proprie forze, soprattutto dopo il clamoroso 0-4 inflitto al Napoli in Coppa Italia. Ad analizzare il match tra ciociari e bianconeri è stato l'ex giocatore del Frosinone Arturo Lupoli, il quale ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva a IlBiancoNero.com

Cosa deve temere la Juve del Frosinone?

"Vincere aiuta a vincere e penso che sia il caso del Frosinone. Sta vivendo un momento straordinario, è nel momento migliore della sua storia e sta facendo un campionato eccezionale. Venendo da una vittoria a Napoli in quel modo, chiunque va a giocare ora a Frosinone deve temere la squadra di Di Francesco perchè sta facendo qualcosa di incredibile e sono tutti in fiducia". 

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Qual è il segreto di Di Francesco nel gestire i giovani?

"Secondo me il lavoro dell'allenatore è fondamentale. In questo caso sta facendo un grandissimo lavoro, veniva da un paio di esperienze negative, ma dal punto di vista tecnico e a livello umano è veramente indiscutibile. E' un allenatore di grandissimo livello, ha gestito piazze importanti e ora si sta riprendendo le sue rivincite per le ultime esperienze avute. I giovani ne traggono beneficio perchè è un allenatore che, oltre a sapre gestire il gruppo insegna anche calcio e per i giovani che emergono in Serie A può essere davvero il massimo". 

Tu che hai vissuto l'ambiente, pensi che possa essere la piazza ideale per un giovane che vuole emergere?

"Sicuramente. Quando una squadra è neopromossa, i giovani cercano di portare entusiasmo e credo che siano gli ambienti migliori. Il campionato di Serie A sappiamo tutti quanto è difficile e non tutti riescono ad emergere, ma i ragazzi che ha preso il Frosinone, con l'insegnamento di Di Francesco formano il mix perfetto. Penso che l'ambiente di Frosinone se lo meriti e spero che quest'anno arrivino all'obiettivo nel minor tempo possibile". 

Fossi la Juve punteresti su Soulè o lo sacrificheresti?

"E' un giocatore che in molti lo paragonano ai primi anni di Dybala. Io penso che abbia qualità e talento per diventare nei prossimi due o tre anni un giocatore di primissimo livello. Quello che farà la Juve non lo so, avranno sicuramente le loro valutazioni da fare, se parliamo di quello che può essere l'aspetto tecnico del giocatore la Juve lo deve tenere. E' un giocatore che ha un talento innato e in giro per l'Europa non ce ne sono tanti, averlo in casa è un privilegio. Se poi, bisognerà risanare l'aspetto economico si dovranno fare altre considerazioni che non possiamo sapere". 

Come valuti la stagione di Zirkzee? Lo vedresti bene al posto di Vlahovic?

"Sta dimostrando di essere uno degli attaccanti più forti del campionato. Sicuramente giocare nel Bologna e giocare nella Juve sono due cose diverse, ma sta dimostrando di essere molto valido. Credo che non solo la Juve sia interessata a lui, perchè giocatori così non ne circolano tantissimi e sono convinto che a fine stagione se ne parlerà molto sul mercato". 

Come si può superare la crisi di un attaccante come quella che ha colpito Vlahovic? 

"Indossare la maglia da centravanti della Juve non è semplice. E' normale che è un ragazzo che è stato pagato tanto e da lui ci si aspetta tantissimo, ha dimostrato alla Fiorentina e nei primi 6 mesi di Juve di essere un attaccante molto forte. Ci sono poi altre caratteristiche che fanno la differenza, ma la fiducia gioca un aspetto fondamentale, in maniera importante. Non penso che in questo momento senta la fiducia totale dell'ambiente, nonostante Allegri gliela abbia dimostrata facendolo giocare sempre. Gli attaccanti devono cercare di fare gol in qualsiasi modo, è importante farne due o tre di fila per avere un filotto e ritrovare la fiducia. Io ho la sensazione che lui possa sbloccarsi da un momento all'altro, è normale che poi la Juve deve fare le sue valutazioni a fine stagione e cercare di rientrare nell'investimento fatto". 

Che idea ti sei fatto sulla Superlega?

"Come in tutte le cose ci sono aspetti positivi e altri negativi. Non sono entrato nello specifico dell'argomento e non so benissimo di cosa parliamo, da quello che ho capito privilegerebbe le grandi squadre facendole giocare spesso contro, in una specie di Champions League che duri tutto l'anno e dove le squadre si incontrino più volte. Io penso che, il bello del calcio è vedere la Juve, il Milan, l'Inter, Il Barcellona o il Real Madrid che giocano in giro per la Spagna e l'Italia contro le squadre di provincia, mi piacerebbe vederle impegnate anche contro squadre di Serie C e Serie D nelle gare di Coppa Italia. Il bello del calcio e per i bambini di tutta Italia, è quello di riuscire a vedere le grandi squadre giocare nei campi di periferia, o, in quelli minori. Questa Superlega sembra privilegiare quelle che sono le partite di cartello che, al tempo stesso sono quelle che portano anche maggiori introiti economici. Per quanto riguarda UEFA e FIFA dico che, nel calcio ci sono diversi punti critici che andrebbero analizzati o rivisti, non so se la Superlega possa essere la soluzione per tutti i mali, vedremo come andrà avanti". 

Che differenze ci sono tra il calcio italiano e quello inglese, soprattutto nel lanciare i giovani?

"Sono passati 20 anni da quando ero li ma le differenze sono tantissime. I giovani ci sono sia in Italia che in Inghilterra, la differenza sta nella fiducia e nel quanto una squadra voglia investire e dare opportunità a loro di emergere. In Italia si tende a tutelare i giovani nelle Primavere o, a mandarli in prestito per fargli fare ritorni dopo qualche anno. Ci vorrebbe più coraggio, di giovani bravi ne abbiamo e ci sono sempre stati, serve solo maggior fiducia. L'impatto che hanno gli stadi inglesi quando ci entri dentro è qualcosa di bellissimo che, in Italia purtroppo non abbiamo. Bisogna investire sulle strutture, sulle scuole affinché possano avviare la carriera sportiva di un atleta, sui campi di allenamento come ha fatto la Fiorentina. Sono stato due settimane fa al Viola Park e credo che quella sia la strada da seguire perchè, per avere appeal e giocatori che tornano nel nostro campionato c'è bisogno di investire e gente che vuole puntare sul calcio in maniera seria. Io sono a Parma da sei mesi e sto allenando l'unser 18, l'obiettivo della prima squadra è quello di tornare in Serie A e quello del settore giovanile è quello di mettere a disposizione ogni anno due o tre prospetti che possano dare una mano alla prima squadra. C'è un progetto per ampliare il centro sportivo e lavorare anche sullo stadio. Il futuro del calcio passa da queste azioni, in Italia alcune cose sono state trascurate"