Leonardo Mancuso, attaccante dell'Empoli e match winner della sfida contro la Juventus, ha parlato alla Gazzetta: "Ho sempre portato il 7 perché da ragazzino, quando facevo parte delle giovanili del Milan, ero stato affascinato dalla classe e dalle reti di Shevchenko".

GOL ALLA JUVE - "Cosa ho provato nel realizzare la rete che ci ha permesso di battere la Juve? È difficile spiegarlo. Davanti agli occhi mi sono passati venti anni di calcio, di sacrifici, di momenti belli e brutti. Di una vita da professionista lontana dalle luci della ribalta ma vissuta sempre con passione e impegno. Il calcio emoziona anche se non giochi in Serie A. Fare gol è bello in qualsiasi categoria. A fine gara ho regalato ai tifosi azzurri i miei pantaloncini. La maglia no. Quella resterà con me per tutta la vita".

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SERIE A, PRIMO GOL - «Aspettavo questo momento. Sa cosa mi ha colpito nelle mie prime due partite nel massimo campionato? I “motori incredibili” che hanno i campioni di Lazio e Juve. Le due squadre che abbiamo affrontato. Veramente tanta roba».

VITTORIA CON LA JUVE - «Quello che ci spiega sempre il nostro mister Andreazzoli. Fin dal primo giorno di allenamento ci ha detto e ridetto che se affronti spaventato le grandi, hai perso prima di scendere in campo. Alla vigilia della sfida contro i bianconeri ci aveva ripetuto, fino alla noia, che la Juve era la Juve ma che “si poteva fare”. E noi lo abbiamo fatto».

ORA? - «Il giorno dopo il successo contro la Juve quando ci siamo ritrovati allo stadio abbiamo cominciato a parlare della prossima partita contro il Venezia. Pure loro sono neo promossi. Pure loro sono una squadra che gioca un bel calcio. Noi dell’Empoli possiamo vincere o perdere, ma di sicuro non siamo gente che si monta la testa. La Juve ora è solo un piacevole ricordo».