Perché a Milano, cinesini e bauscia sono convinti che Madama abbia dominato finora in Italia grazie a Marotta. Ergo, gli portano via il demiurgo di questo ciclo vincente e vincono loro. Elementare, Watson!
Un mese esatto fa, quando lo stesso dg bianconero annunciò il suo addio alla Juventus, scrissi in questa mia rubrica - e lo ribadii pure al "Processo del Lunedi'", su 7Gold - che uno dei motivi, non l'unico, per i quali Marotta era stato congedato da Andrea Agnelli fu appunto l'aver scoperto le sue trattative sottotraccia con i due club milanesi, prima col Milan (che virò poi su Gadzidis) e poi con l'Inter, dove infatti il Beppe approderà all'inizio del nuovo anno. Ovviamente, sui social parecchi bollarono la notizia come bufala, perché come sempre per costoro i giornalisti sono solo giornalai, mentre al Processo fu Luciano Moggi a rubricare la mia informazione alla voce “sciocchezze”.
Sempre in quella rubrica, mi schierai dalla parte di Agnelli, ritenendo legittima la sua decisione di non rinnovare l'incarico a Marotta, essendo stata presa sulla base di giuste motivazioni.
Venni accusato di scaricare ingiustamente, e in maniera sbrigativa, un dirigente che aveva riportato i bilanci societari in attivo, aumentato il fatturato e contribuito, con tanti acquisti azzeccati, alla composizione di una rosa sempre più competitiva e vincente.
E chi non riconosce a Marotta meriti evidenti? Se per sette anni, sugli otto complessivi della sua gestione, la Juventus ha portato a casa otto trofei, accompagnati da significativi risultati finanziari, il lavoro svolto dal dg bianconero è stato di sicuro più che positivo.
Il discorso è sempre lo stesso: non ti piace stare più alla Juventus? Lo dici e te ne vai. Vale per i calciatori, altrettanto per i dirigenti.
Soprattutto, non fai l'offeso e ti presenti davanti alle telecamere dicendo che “la società preferisce puntare sui giovani”, facendo quasi capire che ti stanno cacciando. Chiaro che poi Agnelli, la proprietà o altri, si limitino semplicemente a poche parole e quattro righe di comunicato per congedarti.
Quindi, prepariamoci fin dalle prossime sessioni di mercato a duelli all'ultimo milione con la Juventus per strapparle tutti i possibili obiettivi di mercato, da Barella a Chiesa, da Martial a De Light, giocatori tra l'altro già sondati, se non addirittura trattati, proprio da Marotta.
Vedremo se il Beppe lavorerà meglio con Ausilio o se Paratici, con mani libere sul mercato, riuscirà a muoversi con maggiore libertà di prima, quando i tentennamenti del dg mandarono a monte per esempio l'affare Draxler, con la derisione generale dell'opinione pubblica.
Così come vedremo se Marotta sarà l'architetto del nuovo stadio dell'Inter, perché tutta la nuova storia di successi bianconeri è partita proprio da lì, da un impianto imprescindibile per il rilancio dell'immagine e del marchio Juventus, struttura che Marotta trovò già in costruzione quando arrivò a Torino.
Inter is coming, but Juventus is ready!