PRIMO AFFARE IMPORTANTE - "Da direttore sportivo del Varese, nel 1980, quando presi Michelangelo Rampulla dalla Pattese, in Sicilia, per due milioni di lire. Mi pare che il ragazzo abbia poi fatto carriera (portiere della Juventus tra le altre, ndr)".
TOP E FLOP - "Nel 2001 all’Atalanta vendemmo Cristian Zenoni e Donati al Milan per 45 miliardi di lire più Comandini, valutato circa 15 miliardi. Da Comandini mi aspettavo molto, ma il suo rendimento non fu all’altezza. L’affare migliore penso che sia stato Pogba alla Juve: lo prendemmo a zero dallo United e lo rivendemmo per 115 allo stesso Manchester".
STRETTA DI MANO - "Vale? Non più. Una volta ti fidavi perché i poco di buono venivano isolati in fretta".
I PRESIDENTI - "È svanita la figura del mecenate. Le società attuali sono governate dal management e le regole stringenti del fair play finanziario hanno reso tutto più complicato. Sono scomparse o quasi le bandiere perché ora i giocatori sono favorevoli ai trasferimenti: più cambiano squadra più guadagnano. Si è rovesciata la situazione del 1977. Allora il calciatore subiva il destino che gli imponeva il club, oggi decide che cosa fare e condiziona il club. Sono due situazioni estreme e sono sbagliate".
LA NUOVA INTER - "Una grande Inter. Si dice sempre che la squadra sia lo specchio della società e questa Inter è oggi una grande società, con una proprietà solida e lungimirante. La squadra ne assumerà le sembianze. Antonio Conte è il nostro top player".