Blaise Matuidi e Medhi Benatia. Insieme alla Juve, oggi invece in diretta su Youtube. Ecco le parole raccolte e tradotte da IlBianconero.com.
INCONTRO - Benatia: "Da quando non ci vediamo? Appena possibile ti vengo a trovare. Vieni anche a Doha, ti aspetto"
Matuidi: "Vengo io lì, ormai tu l'Italia la conosci"
IN FAMIGLIA - M: "Sto bene, i ragazzi anche. Isa lo stesso. Non è facile quando hai tre ragazzi a casa, stiamo scoprendo una nuova vita. E siamo a casa tutto il tempo".
B: "Ci vuole organizzazione, non è facile. I bambini poi si annoiano. Mia moglie cucina, io provo a farli giocare. Sono giorni pazzi, non posso vedere la tv che mi dicono 'metti questo, fai quest'altro'".
M: "Vivo momenti che non ho mai vissuto prima, sono tutto il giorno con loro dato che non vanno a scuola, non l'ho mai fatto prima. E' pazzesco...".
B: "Fai la pasta, dai... come tutti. Al massimo le uova. Però è stata una quarantena utile"
M: "Mia moglie è felice, dice che mi ha fatto bene. Ti dici che puoi fare cose mai fatte prima. Non ti dico che facevo prima..."
B: "Prima non avevamo il tempo, vivevamo come robot e la gente non lo capisci. Soprattutto in Europa"
PANICO TOTALE - M: "Siamo sempre impegnati, poi concentrati sul nostro lavoro. Ho preso il lato buono della cosa, siamo in salute. Come sai, ho preso il coronavirus. Onestamente ero nel panico totale, grazie a Dio ne sono uscito. ".
B: "Ora stai bene, non hai avuto sintomi. Tu sei tosto"
ATTIVITA' - B: "Hai dovuto cambiare qualcosa nel modo di allenarti?"
M: "Conosci Andrea Pertuso, mi ha dato da fare tapis. Tanta roba per tenermi in forma, un programma specifico. E' la Juve, lo sai com'è. E' il top, non si ride lì dentro. Nessun giorno off.Io ho la tendenza a lasciarmi andare. Non è possibile con lui, zero rischio. Voi come vi allenate?".
TEMPO DIFFICILE - M: "E' complicato, tempi delicati per tutti. La salute viene prima, spero che il coronavirus sparisca. Non è facile perché sei spaventato per gli amici, per la famiglia. E' delicato. Vogliamo andare oltre".
B: "Tutti i giorni mi ripeto: prima non era così male, la vita"
M: "Potevi viaggiare, andare ovunque. Si programmava. Ora è tutto diverso, spero che finisca presto. Così torniamo alle nostre vite. Cosa faccio quando finisce tutto? Prima cosa, vado a vedere i miei genitori. Non li vedo in due mesi, mi mancano. E poi proverò a partire, dopo essere stato a casa così tanto, vuoi scappare. Assolutamente. Prima però bisogna che tutti stiamo bene".
M: "Sinceramente è dura. Quando ero positivo non potevo neanche uscire a fare la spesa, quando ho ricominciato poi ero in psicosi. Cerchi sempre di assicurarti che le persone non siano troppo vicine, devi essere mentalmente forte. Servirà del tempo, questa è una situazione nuova per tutti noi".
B: 'Ci saranno momenti in cui ripartiremo, ma la vita sarà diversa. Ci sarà un prima e un dopo, non possiamo far finta che non sia accaduto".
M: "Spero sia più corto possibile, ma deve esserci un periodo di accortezza. Anche se ti dicono che puoi uscire, nella tua testa non sarà lo stesso. Sarà strano. Come hai detto, è qualcosa di davvero unico".
MAGLIA - M: "Dono la maglia del mondiale, della partita contro la Russia. La gara prima della finale. Non hai Pjanic, non hai me nella tua collezione di maglie. Sei geloso della mia collezioe. Non ti ho mai dato niente? Non me l'hai mai chiesta".
B: "Quando giochi con la star, ne dimentichi. Non ho Totti, non ho Buffon... Sai Totti che ha fatto? Mi ha scritto per il compleanno. Mi ha detto: marocchino, auguri. Io: grazie, Checco. E lui: sono arrabbiato con te, hai fatto la tua squadra e non mi hai messo? Io ero morto: ho giocato due volte contro di lui all'Udinese, e abbiamo litigato tantissimo, ci siamo insultati tantissimo. Quando arrivai a Roma, mi disse: oh, marocchino, spero che stavolta vai più tranquillo ora che giochiamo insieme. Io ho riso, da allora siamo diventati amici. Non ho mai chiesto la maglia, poi l'ho fatto..."
B: "In Italia il livello è alto. Penso a Nesta... quando sono arrivato c'era Seedorf, Ronaldinho. Tutte le maglie che ho chiesto... Nesta, ho perso la testa quando l'ho visto".
CARRIERA - M: "Sono molto orgoglioso. Tutta la carriera che hai fatto, sei partito da dove sei partito. Rispetto, davvero".
B: "Non è stato facile, abbiamo avuto i nostri problemi. Samir e Menez sembravano più pronti, ma io ho lavorato, ero uomo squadra. Ricordo quando ti hanno lanciato al Troyes, poi non ti hanno più tolto dalla squadra. Una curva sempre in salita. E ricordo quello che diceva Allegri, che ogni tanto sparava str***ate, ma su di te diceva che ti si capiva dalla faccia. Che eri un giocatore che giocava 30, 40, 50 partite con tutte le squadre in cui è stato. Quindi uno essenziale in tutti i gruppi, per tutti gli allenatori. Nessun mistero. Ne abbiamo parlato spesso, hai fatto anni pazzi in cui hai segnato 15 gol. E ti chiedi: ma come? Fa il centrocampista difensivo e fa 15 gol? Top player. Quanto hai vinto, 25 titoli? La costanza, la regolarità ad alto livello, sta tutto in quello che metti e fai tutto il giorno. Io sono più vicino alla fine, sono solito guardarmi indietro: non abbiamo rubato niente, abbiamo lavorato duro. E nessuno ci ha dato nulla gratis".
B: "Quante volte è capitato che nella pre stagione gli allenatori dicessero che non facevi nei piani iniziali della squadra? La mentalità oggi è prendersela con l'allenatore, andarsene. Lì vedi quando un giocatore è un soldato. E se s'impegna, fa 55 partite, è il più utilizzato della stagione. Non contavi su di me? Poi ne prendono un altro dal mercato: eh, forse questa stagione sarà senza uscita per te... Va bene, vediamo! Bisogna avere la forza per provare all'allenatore che si sbaglia, quella è stata la tua forza"
B: "Il talento serve a firmare il primo contratto, non perla carriera. E' il 20% per me, c'è il 10% di fortuna per infortuni. Poi abnegazione, lavoro. Quanti giocatori che ho visto, fenomeni, che al massimo sono stati 2 anni nei top club. Ora sono persi. E' brutto, ma è così. Quello che dico anche a mio figlio".
B: "Rimarrò nel calcio, è l'unica cosa che mi piace e che so fare. Possiamo stare qui e lo sai, parleremmo per ore. E' una passione e la padroneggiamo. Ma allenatore è difficile, devi avere carisma e non è semplice. Penso di stare vicino al mondo del calcio, condividere quello che abbiamo visto. Non abbiamo vinto 5 Champions League, ma qualcosina l'abbiamo vinta... E' importante condividere, altrimenti che ne fai di tutta quest'esperienza? Va raccontata. Mi dico che magari, domani, mi piacerebbe dare consigli".
M: "Sarebbe bello. E' quello che voglio fare. Sto iniziando a dare consigli e mi piace tanto. Come hai detto, siamo appassionati. Conosco i tuoi figli: Kay non è male, per me ha talento".
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