Massimo Mauro, a Gazzetta, parla della vittoria della Juventus sul campo dell'Empoli. 

CORSA SCUDETTO - "Piano piano rosicchiano. E lo fanno con nove infortunati: a Empoli Allegri ha fatto un miracolo, con i pochi che aveva a disposizione. Ho visto capacità di soffrire e bellezza nei voli in contropiede, ma anche nell’azione geometricamente perfetta del primo gol, disegnata, rifinita e conclusa alla grande".

LE ALTRE FRENANO - "Non potevano continuare con l’andatura del girone d’andata. Ma l’Inter è stata anche sfortunata, non mi sembra una squadra in crisi: ha creato sei-sette occasioni, ha concesso due tiri al Genoa. Certo, si è inceppato l’attacco... Il Milan è mancato un po’ di personalità. Se la Juve è tornata a saper soffrire i rossoneri dopo aver preso il pari non sono riusciti a farne un altro. Per il finale servirebbe una spinta nel carattere, dagli uomini più esperti, Ibrahimovic in testa".

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SPINTA VLAHOVIC - "Mi ha stupito perché è riuscito a trasportare esattamente tutto quello che aveva a Firenze alla Juventus: non ha sofferto per nulla il cambio: di città di squadra, di compagni, di filosofia. Puoi giocare in contropiede o tutti nella metà campo avversaria, questo fa gol comunque. Da queste prime gare con la Juve è uno speciale. Fanno bene gli altri ad adeguarsi a lui, non è lui che deve adeguarsi: è uno che trascina. Dopo il terzo gol c’era Morata che lo inseguiva per abbracciarlo e per ottenere il giusto ricono-scimento per averlo mandato in porta. Ma lui niente, era solo concentrato sull’aver segnato: in questo si vede la vera cattiveria di chi vive per il gol. I palloni a centrocampo? Il pericolo di farlo lì, contro tre difensori, è perdere palla e lanciare gli avversari. Ma nelle fasi in cui la Juve gioca bassa lui è obbligato a venire incontro. E ha un piede sinistro educatissimo, in grado fare qualsiasi stop, qualsiasi accompagnamento in avanti. E il destro abbiamo visto che è in grado di calciare come si deve. Non gli manca niente, ha anche la cattiveria giusta per imporsi sia personalmente sia come leader della squadra".

L'ESULTANZA FINALE - È significativa, anche se si vede che è un po’ studiata, un po’ pensata. Ma funziona, conta, fa effetto: tutto quanto fa spettacolo".

DNA JUVE - "È giusto essere tornati al dna juventino, dopo due anni di tentativi di cambiarlo. Il che significa, a volte, difesa bassa e contropiede: è un calcio bello anche questo. Permette di avere campo da correre: se c’è gente che il campo se lo prende, come hanno fatto Rabiot e Cuadrado, funziona. E poi ho rivisto un’altra cosa della Juve antica: da come è iniziata la partita, da come ha preso forma, si è capito che la Juve difficilmente l’avrebbe persa. E quindi aveva molte probabilità di vincerla".

RIGORE EMPOLI - "Io sono contrario a vivi-sezionare le azioni col Var, alla ricerca di contatti. Ormai si è dato all’arbitro un ruolo di uno che timbra i documenti, non di quello che lo scrive. L’arbitro deve fare la partita, non può vidimare solo le decisioni del Var. Bisogna capire che l’immagine televisiva non è ciò che succede in campo, non racconta l’intensità e la dinamica. Il Var andrebbe usato come è successo all’Europeo, meno e solo in casi eclatanti, sui fuorigioco, sui gol non-gol. Era un discorso che andava fatto prima di introdurlo, per definire il protocollo".

SU SZCZESNY - "I gol? Mi sono sembrati casuali, consideriamo anche che sul secondo Szczesny poteva fare meglio. Però in generale la difesa è stata cattiva. Le cose buone sono molto di più delle cose meno buone".

GLI INFORTUNI - "Solo una grande sfortuna. Se fossero dieci strappi, allora si potrebbe dire che c’è un problema, ma così, con distorsioni o con infortuni come quello di McKennie...".

IL CENTROCAMPO - "Rabiot a me è piaciuto tantissimo, perfetto nel doppio ruolo di interno ed esterno. Arthur tutto sommato è stato anche bravo, anche se ci deve spiegare perché deve toccare la palla cinque volte prima di passarla. E sapere di poter contare su Kean, almeno per questo livello di gare, per Allegri è una notizia importante".