RISCHI - «Considerando che Allegri sarà l’allenatore anche del prossimo futuro, avrà bisogno di certezze. Se Raspadori venisse da cinque campionati di Serie A in cui si è imposto sarebbe una certezza, ora non lo è. A me piace tantissimo, ma calato in una dimensione di grandi match come quarti e semifinali di Champions, o Inter-Juve con in palio lo scudetto, è tutto da verificare».
TALENTO - «Ha delle fiammate straordinarie, in cui ha fatto vedere il suo talento, ma nelle partite in cui il risultato pesava davvero, come quelle della Nazionale, non è ancora stato decisivo. Certo non si poteva chiedere a lui di portarci al Mondiale, però ha giocato mezz’ora e non ha risolto. È un grande talento, si porta dietro qualche interrogativo, ma che abbia le qualità per diventare un grande non c’è dubbio».
9 E MEZZO - «Direi che è un nove e mezzo: non è un centravanti e non è un numero dieci “puro”: non può che giocare seconda punta, oppure dietro al centravanti in un 4-2-3-1, con due ali che sanno fare gol. Pensare di poter giocare così è una bella suggestione, anche solo quando serve: con Chiesa e un altro esterno forte».