Dubbi e incertezze restano, eccome. La Juventus di Allegri è a -10 dal Napoli capolista e per la seconda volta di fila si ritrova a una distanza in doppia cifra dalla vetta dopo 9 giornate, com’era già accaduto nella scorsa stagione. Un momento che, un anno fa, fu seguito da due ko consecutivi e da un ritiro, dove la Juve ritrovò energie mentali preziose e un po' di voglia. La squadra spenta e senza "interesse" nel lottare vista contro il Milan non è piaciuta né al tecnico né alla società, concordi sulla necessità di correre urgentemente ai ripari. Come scrive la Gazzetta, "se oggi non ci fosse stata la partenza per Haifa, dove domani sera la Juventus si giocherà le ultime speranze per restare aggrappata agli ottavi di Champions, sarebbe stato ritiro immediato com’era successo poco meno di un anno fa. Una decisione su cui Allegri e la dirigenza si trovarono in sintonia la scorsa stagione e che è considerata anche adesso una soluzione valida per uscire dalla crisi". Se ne riparlerà dopo la Champions.

Juve, ci sono 'problemi atletici'? Nedved aveva messo tutti in guardia
SOTTO ACCUSA - Sotto accusa c’è l’atteggiamento generale, troppo rinunciatario e in alcuni casi anche superficiale, si legge ancora. Del resto anche Pavel Nedved lo aveva detto nel pre partita - «Non siamo la solita Juve, non lottiamo come sempre» - per una squadra che si porta dietro problemi dal punto di vista fisico e psicologico. Non è possibile che la squadra sparisca dopo 20', non reagisca e dopo un gol si fermi, così come non è possibile che lotti così poco. E di tutte queste cose si è discusso arrivando alla conclusione che è necessario il pugno duro per invertire la rotta. "La Juventus non può più permettersi di sbagliare, né in Coppa né in campionato, perciò non verranno più tollerati ritardi o altre leggerezze: per ogni mancanza si prenderanno provvedimenti immediati (occhio alle multe)", spiega Gazzetta. D’altronde Allegri era stato richiamato anche per riportare ordine e disciplina dopo la gestione Pirlo, troppo morbida secondo la società. Ora però fa fatica a entrare nella testa dei giocatori, non esenti da colpe, e anche gli allenamenti a volte vengono presi troppo alla leggera: non tutti ci mettono lo stesso impegno e questo genera cali di tensione in partita. Intanto la società gli ha confermato la fiducia, ma non è detto che la pazienza duri per sempre: a novembre si capirà di più, ma se verrà esonerato sarà per una situazione catastrofica, più facile che succeda a fine stagione.