McKennie al centro della lotta al razzismo. Mastino in campo, mastino fuori. Dopo la morte di George Floyd, ucciso brutalmente dalla polizia americana in Minnesota nel maggio scorso, Weston si era schierato pubblicamente e durante una gara dello Schalke 04 ha indossato una fascia con le parole "Justice For George". Ma non solo. Oggi, in un prodotto Adidas, ha raccontato la sua lotta al razzismo, tra calcio e società. Ecco le sue parole:
"Quest'anno, all'inizio della stagione abbiamo giocato, e i tifosi dopo la partita mi facevano versi di scimmia. È devastante. Quando torno a casa a Dallas ho paura di guidare di notte solo perché non so cosa succederà se vengo fermato. Rappresento un paese che probabilmente non mi accetta nemmeno per il colore della mia pelle. È decisamente straziante. Quando ho indossato la fascia sul braccio, ho sentito che era un dovere e una responsabilità: perché sono americano e perché sono un americano di colore. Ho solo sentito il bisogno di portare consapevolezza all'estero. Ho ricevuto molto sostegno, e anche tanto odio. 'Sei un giocatore di calcio, non dovresti fare dichiarazioni politiche' mi dicevano. E io pensavo: 'Non vedo affatto come questa sia una dichiarazione politica'. Una persona ha perso la vita, non ho intenzione di stare zitto e dribblare la cosa. Non ridurrò le mie opinioni solo perché la gente crede che dovrei giocare solo a calcio. Non voglio essere conosciuto solo come un grande calciatore. Voglio essere conosciuto come un grande essere umano, come una grande persona ed è quello che sto iniziando a provare e fare; per creare la mia eredità. Questa versione di me che amo".