La distribuzione delle "meteore" nella storia della Juventus non è uniforme: ci sono annate in cui si sono concentrate maggiormente. Torniamo infatti alla funesta annata 1998-99, quella dell'infortunio di Del Piero, dei numeri e nomi rossi sulle maglie, dell'avvicendamento in panchina tra Marcello Lippi e Carlo Ancelotti. Nell'estate '98 è arrivato Jocelyn Blanchard, nel gennaio '99 arriverà Juan Eduardo Esnaider.

INDOVINELLO - Rimanendo nel mercato estivo, quello del 1998, Luciano Moggi porta a Torino pure due giocatori della ex Jugoslavia, che hanno in comune il potersi disimpegnare in diversi ruoli dalla cintola in giù. Uno è croato e si chiama Igor Tudor, l'altro è serbo e si chiama Zoran Mirkovic. Di chi mai tra loro due staremo per parlare...

Meteorite - Dalla Francia con torpore: Blanchard, erede mancato di Deschamps
RISPOSTA SEMPLICE - Tudor si sarebbe ritagliato un posto di rilievo nella Juve, di cui oggi è pure assistente allenatore. Mirkovic un po' meno. Ma partiamo dall'inizio: un 27enne Zoran approda a Torino dopo due buone stagioni all'Atalanta e due presenze ai Mondiali di Francia '98. Non è un novellino, insomma. Per lui la Vecchia Signora versa 7 miliardi di lire nel portafoglio della Dea.

L'ANDAMENTO - La tradizione di difensori passati dall'Atalanta alla Juventus è piuttosto virtuosa: Scirea, Cabrini, Montero... Mirkovic spera di poter ripercorrerne le orme, e l'inizio della sua avventura bianconera non è malvagio. Non si impone come titolare fisso, ma Lippi lo tiene in considerazione e lui lo ripaga anche con buone prestazioni. Certo, la stagione è quella che è, ad ogni modo pure Ancelotti gli concede diverse chance, soprattutto in Champions League, dove Mirkovic sfodera una prestazione da leone nella sfortunata semifinale contro i futuri campioni del Manchester United. 

EROE DI FAMIGLIA - Chissà quanti di voi si ricorderanno di quella prova "felina" a Old Trafford. Ancora meno ricordato è cosa ci fu dietro (o se non vogliamo lanciarci in diagnosi su rapporti causa-effetto, cosa ci fu la settimana prima) quella gara. A fine marzo '99 la nazionale jugoslava, che ormai comprende solo gli odierni Serbia e Montenegro, si trova in ritiro vicino a Belgrado per affrontare una sfida molto delicata contro la Croazia. Quella che potrebbe essere un'occasione di incontro duro ma sportivo in uno stadio di calcio tra le due anime principali dell'ex Jugoslavia unita, ancora dilaniata dai conflitti, non riesce ad avere luogo: le forze aeree della Nato, per convincere Slobodan Milosevic a ritirare le sue truppe dal Kosovo, iniziano un maxi-raid contro Belgrado e la Uefa annulla il match. La capitale jugoslava ha dato i natali a diversi giocatori serbi, tra cui proprio Mirkovic: molti suoi compagni di nazionale, come i "laziali" Stankovic e Mihajlovic, varcano il confine con l'Ungheria e fanno rientro in Italia. La Juve propone a Zoran la stessa soluzione, ma lui rifiuta: finché non riuscirà a portare via con sé la madre e i due nipotini, rimarrà in patria. Seguono giorni di apprensione, finché il difensore, con l'aiuto dell'ambasciata italiana a Belgrado, riesce nel suo intento: torna a Torino via Budapest insieme ai suoi cari, recando in dote messaggi contro Clinton e la Nato, e tanta tristezza per la sua città, a secco di benzina e soprattutto devastata dalle bombe.

CARATTERISTICHE - Appena prima di essere un leone a Manchester, dunque, Mirkovic è stato un leone in una "partita" ben più importante. Come giocatore, si distingue soprattutto per l'umiltà e la pulizia nel gioco, oltre al fatto di poter essere impiegato sia come difensore centrale che come terzino destro. Doti che lo rendono un buon rincalzo, tuttavia nella stagione 1999-2000 Ancelotti gli fa assaporare il campo col contagocce: nelle gerarchie finisce in fondo, dietro ai vari Zambrotta (neoacquisto), Pessotto, Ferrara, Tudor, Birindelli, Montero e Iuliano. Nell'estate 2000 allora viene ceduto al Fenerbahce.

FACCIAMO I CONTI - Mirkovic ha messo insieme 51 presenze in bianconero: 29 nella 1998-99 e 22 nella 1999-2000. Così ripartite: 19 nella Serie A 98-99 (più una nello spareggio Uefa perso contro l'Udinese), 5 nella Coppa Italia della stessa stagione e 4 in Champions League; 8 nella Serie A 99-2000, 4 nella Coppa Italia della medesima stagione, 4 in Intertoto e 6 in Coppa Uefa. Rimediando anche due espulsioni, entrambe nel campionato 98-99, una per girone.

BILANCIO - Rispetto ai precedenti sei protagonisti di questa nostra rubrica (Athirson, Elia, Esnaider, Blanchard, Bachini, Anelka) Mirkovic è arrivato a disputare addirittura due stagioni intere con la Juventus, seppur in diminuendo come abbiamo visto. Ma nel palmarès bianconero può esibire solo l'Intertoto del 1999 (era in campo quando Bachini, nella finale col Rennes, servì a Inzaghi il suo unico assist in bianconero). Ha vinto però anche 4 "scudetti": 3 in patria col Partizan Belgrado (due precedenti e uno successivo all'esperienza italiana) e uno proprio in Turchia nel Fenerbahce subito dopo aver lasciato la Juve. Con la sua nazionale ha totalizzato la bellezza di 59 presenze tra il 1995 e il 2003.

CHE FINE HA FATTO - Oggi Mirkovic fa l'allenatore: nell'ultimo decennio si è seduto sulla panchina di due club di Belgrado, il Sindelic e lo stesso Partizan. Ma la cosa più curiosa è che tra la carriera di giocatore e quella di tecnico ce n'è stata una... da vicepresidente del Partizan. Insomma, un legame fortissimo con gli acerrimi rivali della Stella Rossa! Attualmente però non ha nessuna squadra da allenare. Anche come mister, una carriera meno scintillante rispetto all'ex compagno Tudor.