Se l’allenatore ritiene necessario ricorrere al turnover, non deve certo chiedere il permesso preventivo ai colleghi degli altri club per poterlo fare. E come lui, tutti gli allenatori di questa terra. Eppure, a Mihajlovic, e non solo a lui, la scelta di Allegri di schierare a Ferrara una formazione semi-sperimentale, con l’aggiunta di qualche ragazzino della Primavera, non è andata giù. Soprattutto e solo perché in campo ha poi vinto una rivale diretta del Bologna nella lotta per non retrocedere. Avesse vinto la Juve, come tra l’altro stava avvenendo, il buon Sinisa se ne sarebbe stato zitto.
Ancelotti può tranquillamente (e in modo del tutto legittimo) attuare il turnover contro il Genoa e il Chievo, se però lo fa Allegri con la Spal la lotta-salvezza è falsata. Perché “non è un comportamento giusto”. Ma la cosa peggiore è che, di fronte a questi deliri, ci siano pure dei media che assecondino le polemiche, ritenendo fondate le proteste, “perché per le piccole squadre la permanenza in Serie A è come vincere la Champions League”. Luoghi comuni spacciati come profonde verità.
La risposta più sensata di tutte l’ha data Tudor, seppur invischiato con la sua Udinese proprio nella zona bassa della classifica: “Il calendario ha favorito la Spal, avesse beccato la Juve prima, avrebbe portato a casa zero punti”. O magari anche solo 1, come accaduto la scorsa stagione quando la Juve si presentò al Mazza con tutti i titolari (ma nessuno lo ricorda). E pure stavolta, come ha fatto notare Semplici “in campo ho visto 9 nazionali, più Bernardeschi che è entrato dopo”. Sarà pure parte in causa, ma non ha detto una freddura. Kean è più forte di Petagna, Dybala di Schiattarella, e lo stesso Gozzi è solo un po’ più inesperto di Vicari.