Il primo ad accorgersi del talento di Paolo Rossi fu Luciano Moggi. L'ex dirigente bianconero, allora responsabile del settore giovanile, si innamorò del futuro Pablito durante un torneo a Chieti e lo 'prenotò' quando aveva soli 14 anni. Era il 1969, qualche stagione dopo quel ragazzino arrivò a Torino per diventare grande. Inizio in salita, con tre operazioni al menisco in due stagioni; crescita frenata ma il 1° maggio 1974 esordì in prima squadra a 17 anni in una gara di Coppa Italia contro il Cesena. 

LE BUSTE - Il ragazzo però a Torino è chiuso da grandi campioni, così Boniperti, avendo paura che non trovasse spazio, trova l'accordo con il Vicenza che lo prende in comproprietà nel 1976. In biancorosso si esalta ed esplode definitivamente, conquista la maglia della Nazionale e trascina la squadra dalla Serie B alla A, portandola fino a un clamoroso secondo posto dietro alla Juventus da nepromossi. Il presidente bianconero è pronto a riportare a casa quel talento ormai diventato una certezza, ma i due club non si accordano e si va alle buste: il Vicenza mette 2 miliardi e 612 milioni, supera la Juve e si tiene stretto Paolo Rossi, come riporta Tuttosport. Un'operazione che fece scoppiare uno scandalo per la cifre inserita nella busta, con conseguenti dimissioni dell'allora presidente della Figc Franco Carraro. 

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CALCIOSCOMMESSE - I problemi fisic però non danno tregua a Paolo, che subisce un grave infortunio al ginocchio rimanendo per lungo tempo lontano dal campo, con la squadra che scende in classifica fino alla retrocessione a fine stagione. Rossi si trasferisce al Perugia, dove non rivive quelle splendide stagioni passate a Vicenza e per di più è coinvolto nello scandalo calcioscommesse senza però mai aver avuto una parte attiva. Due anni di squalifica, ma dopo un solo anno Boniperti lo riporta a Torino.