A Torino è rimasto nel cuore di tutti e il sentimento  reciproco. Paolo Montero, ex difensore bianconero si trova in Italia, a San Benedetto del Tronto, dove allena la Sambenedettese in Serie C. "Sono 20 giorni che non mi muovo - racconta a Tuttosport -. Sono a casa con la mia famiglia, seguo i protocolli, esco solo per fare la spesa. Per fortuna ho un bel balcone affacciato sul mare. Mi succede spesso di fissare l'acqua".

PENSIERI - "Sono preoccupato per amici e parenti in Uruguay, ho detto loro di non uscire perché non è uno scherzo questo virus. Soffro per l'Italia, la mia seconda casa. E mi fa male vedere così Bergamo, la prima città che mi ha aperto le porte. L'immagine dei camion dei militari che portano via le bare è un pugno allo stomaco. In città ho ancora due famiglie a cui sono legatissimo. Luciano e Enza Bessana e Aldo e Wilga Algani. Mi trattarono come un figlio quando arrivai nel '92, è un momento triste".

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JUVE - "Adesso sono preso dal libro di Allegri, ho avuto la fortuna di conoscerlo grazie a Pessotto, di Allegri apprezzo la semplicità. Sono d'accordo con quello che dice nel libro: le cose semplici sono le più difficili. Mi piace anche l'istinto con cui cambia le gare".

GIOCATORI - "Se mi chiedono, racconto. Sono curiosi in modo particolar edi Zidane e Ibra. Ne parlo soprattutto con il mio difensore Miceli. Mi capita, invece, di mostrare i dvd di Pjanic e De Bruyne, maestri del controllo orientato".

SARRI - "Se me lo aspettavo alla Juve? No però dopo averlo conosciuto e vedendo giocare le sue squadre ero straconvinto che sarebbe arrivato in alto. Sono felice che sia alla Juve. Ho un debole per lui come allenatore e adoro il suo percorso, gavetta vera. Una favola stupenda, mi piace anche la sua Juve. Normale che ci siano ancora margini di miglioramento. A volte la qualità del gioco dipende anche dalla condizione dei giocatori".

BENTANCUR - "Fortissimo, lui e Valverde del Real sono idoli in Uruguay. Demiral? Sono orgoglioso che la gente si ricordi di me lui è più bravo".