PENSIERI - "Sono preoccupato per amici e parenti in Uruguay, ho detto loro di non uscire perché non è uno scherzo questo virus. Soffro per l'Italia, la mia seconda casa. E mi fa male vedere così Bergamo, la prima città che mi ha aperto le porte. L'immagine dei camion dei militari che portano via le bare è un pugno allo stomaco. In città ho ancora due famiglie a cui sono legatissimo. Luciano e Enza Bessana e Aldo e Wilga Algani. Mi trattarono come un figlio quando arrivai nel '92, è un momento triste".
GIOCATORI - "Se mi chiedono, racconto. Sono curiosi in modo particolar edi Zidane e Ibra. Ne parlo soprattutto con il mio difensore Miceli. Mi capita, invece, di mostrare i dvd di Pjanic e De Bruyne, maestri del controllo orientato".
SARRI - "Se me lo aspettavo alla Juve? No però dopo averlo conosciuto e vedendo giocare le sue squadre ero straconvinto che sarebbe arrivato in alto. Sono felice che sia alla Juve. Ho un debole per lui come allenatore e adoro il suo percorso, gavetta vera. Una favola stupenda, mi piace anche la sua Juve. Normale che ci siano ancora margini di miglioramento. A volte la qualità del gioco dipende anche dalla condizione dei giocatori".