Nella passata stagione furono le braccia in area di de Ligt, quest'anno il tormentone sono i gol annullati a Morata per fuorigioco. Al 14' del primo tempo del match contro lo Spezia di ieri pomeriggio, il copione ha rischiato di ripetersi: all'alzarsi della bandierina dell'assistente dell'arbitro, però, non c'è nemmeno più rabbia, soltanto sorrisi amari che si stampano prima sulla faccia dello spagnolo e poi su quelle di Pirlo e del suo staff. Dopo la convalida del gol, per non farsi mancare nulla, Morata gonfia nuovamente la rete ma questa volta il Var interviene e annulla tutto. La fortuna verrà, un pizzico di attenzione in più da parte dell'attaccante anche, quella si affina con il lavoro quotidiano sul campo.

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A stupire, però, più del record di gol annullati, più della sfortuna, più della situazione paradossale e a tratti tragicomica, è la condizione con la quale Alvaro Morata si è presentato alla Juventus. È bastato poco più di un mese per cancellare ogni dubbio e far innamorare nuovamente i tifosi. È evidente che le esperienze, di peso, maturate dai due lati delle barricate di Madrid hanno fatto crescere il calciatore e l'uomo. Morata, ad oggi, ha messo lo zampino su 6 delle 10 reti segnate dai bianconeri: 4 reti e 2 assist. Oltre a questo, va aggiunto l'apporto dato alla squadra sia da un punto di vista quantitativo che da quello qualitativo. Anche ieri, a Cesena, si è visto un Morata combattivo, tenere palla e lottare contro i difensori avversari e, allo stesso tempo, si è visto un Morata che si diverte e diverte con il pallone tra i piedi, servendo l'ultimo passaggio per il compagno avanzato o partendo defilato per andare a sfidare i difensori nell'uno contro uno. La terza scelta è diventato l'uomo in più di questo inizio di stagione: con sacrificio e con qualità, Morata sta dimostrando grande attaccamento ai colori bianconeri e grande voglia di trascinare la Vecchia Signora, in Italia e in Europa.