Nella Juventus hai portato a casa un buon bottino di gol, ma la stagione è andata via tra alti e bassi. Sei comunque convocato come centravanti titolare dalla Spagna per gli Europei, una palla in rete riesci a buttarla ma poi sbagli un rigore e fallisci altre occasioni. E qualche tifoso arriva a insultare persino i tuoi figli piccoli...
 
Possiamo solo immaginare lo stato d'animo con cui Alvaro Morata ha approcciato l'ottavo di finale contro la Croazia oggi. Fatto sta che il centravanti della Juve ha sfoggiato una prestazione "oscura" ma preziosa, tutto sommato sufficiente coi movimenti senza palla sempre giusti e funzionali, in quei pazzi 90 minuti regolamentari finiti sul 3-3.

Lui, attore co-protagonista, ha deciso che i supplementari sarebbero stati il momento della sua ribalta. Ispirato forse dal suo portiere Unai Simon, che dopo un errore clamoroso che aveva portato in vantaggio i croati a inizio gara ha appena effettuato in apertura di extra-time una parata altrettanto clamorosa per salvare il 3 pari (e chissà quanti insulti di simil foggia si sarebbe procacciato...) Morata va a prendersi il suo personalissimo riscatto: arriva un bel pallone dalla destra su cui il suo diretto marcatore salta completamente a vuoto. È l'occasione: stop, coordinazione perfetta e col sinistro, teoricamente piede debole, scaraventa un siluro appena sopra la traversa.

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Liberazione, gioia, rivalsa. Morata esulta e festeggia qualche minuto dopo il definitivo 5-3 siglato da Oyarzabal. E dopo cotante fatiche, con la voce sensibilmente emozionata, dedica il gol a moglie e figli. La Juve non può che osservare commossa e felice il suo attaccante, appena rinnovato nel prestito dall'Atletico Madrid.

Queste le belle parole del c.t. Luis Enrique, che ha sempre appoggiato Morata a spada tratta, nella conferenza stampa postpartita