Lunghissima intervista di José Mourinho a FIVEUK il podcast con protagonista Rio Ferdinand e Stephen Howsone.

L'ESONERO CON LA ROMA – È stata una decisione della proprietà e devo rispettarla senza discuterne. Stadio sempre pieno? Certo e capisco perché me lo chiediate e lo stupore. I tifosi sono il cuore di una squadra di calcio, ma c'è una proprietà e quando il proprietario decide devi rispettarlo”.

SQUADRA PER VINCERE – “Per costruire una squadra competitiva serve connessione fra tutte le strutture. I giocatori devono essere molto intelligenti non in quanto a QI, ma nella capacità di analizzare le situazioni nel capirsi al primo sguardo. Penso che le strutture societarie oggi siano molto complesse rispetto al passato quando magari c'era Ferguson allo United e in due secondi capivi tutto. Oggi la complessità organizzativa non può essere un problema, deve essere il più facile possibile per far capire che c'è qualcosa di forte attorno alla squadra”.

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INTER-MILAN VS INTER-JUVE - “Inter-Juve è la vera rivalità, non Inter-Milan - dice -. Il primo derby coi rossoneri me lo ricordo. Ero sul nostro autobus, guardavo fuori e vedevo i tifosi con sciarpe diverse arrivare insieme, amichevoli: non l’ho sentito come un gran derby. Quando giochi con l’Inter contro la Juve, invece, senti subito che tra le due squadre c’è qualcosa di storicamente complicato”.

CRISTIANO RONALDO - “Io non l'ho allenato, ho solo cercato di creare un gioco in cui fosse felice. Il Real è stato un po' un momento di transizione per lui, lui è diventato più cannoniere che non esterno. Il primo match in cui ha giocato da 9 fu la finale della coppa di Spagna contro il Barcellona, lì la gente ha capito che poteva essere un animale da gol. Aveva un ruolo ibrido, dovevamo avere più copertura e bilanciamento con i centrocampisti per consentire a lui di essere libero. Non c'è bisogno di dargli consigli tecnici, di ambizione, l'unica cosa che puoi fare con lui è dargli qualche aggiustamento tattico”.