I GIOCATORI e LE SECONDE SQUADRE - "La gestione è molto importante. Per noi il quinto anno della seconda squadra. Noi qui non parliamo di innovazione, non stiamo innovando, stiamo copiando quello che altri fanno bene. Il passaggio è utile per la Juve ma non solo, è un passaggio di sostenibilità, non si investe per comprare e la prima retribuzione è più bassa. Quanti giovani stanno arrivando alla Juve? 7-8 giocatori stabili in nazionale Under 20, non ci sono solo Miretti e Fagioli. Fin dal 2010 si voleva questo progetto. Grande merito a Costacurta che ha spinto a credere nelle seconde squadre. Ricevo una telefonata e dico: si fa è quello che voglio. Al primo anno i giocatori non sapevano bene cosa fare erano abituati ai prestiti e c'era un clima di ostilità. Dopo 4-5 sconfitte vado al campo e spiego che loro sono Juventus e devono pensare che i giocatori della Juve devono pensare di essere Juventus e questo è un percorso di crescita. Zironelli, Pecchia, Zauli, Brambilla, il direttore Fusco, tutti i ragazzi che lavorano dietro, penso a tutti loro. Il percorso per i giocatori è difficile, chi si sente pronto è difficile che torni indietro. Miretti l'anno scorso ha giocato in Primavera, U23 e prima squadra e gli ho detto: ma sai cosa stai facendo? Ma lui dice, ho sempre giocato per la Juve, metto la maglia e gioco. Chi arriva da fuori invece va gestito in maniera diversa".
COSTI - "Certo che la seconda squadra permette di ridurre i costi della prima squadra. Se ho 3-4-5 giocatori dal settore giovanile il costo medio della prima squadra diminuisce"