Quando nel 2018 la Juventus decise di creare la seconda squadra ed iscriverla al campionato di Serie C, non c'erano certezze sul ritorno economico e sportivo dell'investimento. Questo lo dimostra il fatto che fino a poche settimane fa, il club bianconero era l'unico ad aver aderito a questo progetto. Adesso si è aggiunta l'Atalanta, da sempre concentrata sul settore giovanile. I risultati, a 5 anni di distanza, iniziano a dare indicazioni chiare sulla bontà del percorso che la Juve ha affrontato. 

INVESTIMENTI RIPAGATI - L'investimento economico appunto, perché oltre al costo di iscrizione (passato da 1,2 milioni a 960mila euro), c'è quello legato agli ingaggi dei giocatori, dello staff e le spese per le infrastrutture. Uno sforzo economico ripagato ampiamente dalle cessioni. Come scrive Tuttosport, L’ultimo giovane maturato in Next Gen a salutare è stato, in estate, il difensore De Winter, passato al Genoa in prestito con obbligo di riscatto a 10 milioni di euro. Dopo che, nei mesi precedenti, lo stesso Grifone aveva prelevato Dragusin per oltre 7 milioni, tra parte fissa e bonus. E dopo che Vrioni era volta negli Stati Uniti per quasi 4 milioni. E dopo che operazioni cosiddette “minori” avevano contribuito ad accrescere il tesoretto a disposizione anche della prima squadra. 

Juve Next Gen e Primavera, tutti gli impegni dei bianconeri in Nazionale
IN ITALIA E NEL MONDO - Il patrimonio della Next Gen però è soprattutto tecnico. La rosa della Juve vanta oggi sei giocatori provenienti dall'under 23 ma c'è quasi mezza Serie A che si "abbevera" dei talenti bianconeri. Ci sono infatti 17 giocatori del massimo campionato italiano che arrivano da lì, suddivisi in 9 club diversi (Frosinone, Genoa, Cagliari, Empoli, Lecce, Monza, Salernitana e Udinese). E considerando gli altri campionati europei e non solo, il dato si amplia fino a 30 giocatori.